UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Milano: “Quel teatro sul Volto deve rispettare tutti”

L’Ufficio comunicazioni socia­li della Diocesi di Milano, "raccogliendo le parole della regista e direttrice del teatro Pa­renti di Milano Andrée Ruth Shammah, ap­parse il 13 gennaio su un quotidiano, domanda che sia riconosciuta e rispet­tata la sensibilità di quanti cittadini milane­si, e non sono certo pochi, vedono nel Volto di Cristo l’Incarnazione di Dio"...
16 Gennaio 2012
L’appello è arrivato a destinazione, ma la risposta (forse) spiazzerà la regista che l’ha lanciato. Andrée Ruth Sham­mah, da sempre anima del milanese teatro Franco Parenti, aveva chiesto nei giorni scor­si attraverso il Corriere della sera, «l’intervento delle autorità civili e religiose» per difendere la sua scelta di programmare il contestato spettacolo Sul concetto di volto nel figlio di Dio che in Francia, lo scorso ottobre, ha sca­tenato forti proteste. Perché è vero che, dal lu­glio 2010 all’ottobre 2011, lo spettacolo della Societas Raffaello Sanzio ha girato Italia ed Europa tranquillamente, ma è altrettanto ve­ro che nel tempo alcune scene ritenute of­fensive da alcuni credenti, sono state taglia­te. «Questioni di budget» ha spiegato la regi­sta. E poi ha aggiunto: «È una battaglia (quel­la di portare in scena questo lavoro - ndr) che sono disposta ad affrontare, ma non da sola. Se non mi appoggiano, salta tutto».

La risposta, come accennato, è arrivata. Il 14 gennaio, a firma dell’Ufficio comunicazioni socia­li della Diocesi di Milano: «Raccogliendo le parole della regista e direttrice del teatro Pa­renti di Milano Andrée Ruth Shammah, ap­parse ieri su un quotidiano, a nostra volta domandiamo che sia riconosciuta e rispet­tata la sensibilità di quanti cittadini milane­si, e non sono certo pochi, vedono nel Volto di Cristo l’Incarnazione di Dio, la pienezza dell’umano e la ragione della propria esi­stenza » scrive la Curia. «Proprio perché Milano – si legge nella nota – è una 'città che ha sempre rappresentato il pensiero illuminato, la religiosità alta, il dia­logo e l’apertura', invitiamo a considerare che la libertà di espressione, come ogni li­bertà, possiede sempre, oltre a quella perso­nale, una imprescindibile valenza sociale. Questa deve essere tenuta particolarmente in conto da parte di chi dirige istituzioni di ri­levanza pubblica, per evitare che un’esalta­zione unilaterale della dimensione indivi­duale della libertà di espressione conduca al 'tutti contro tutti' ideologico che divenga poi difficilmente governabile. Di questa dimen­sione sociale della libertà di espressione a­vrebbe pertanto potuto farsi carico più at­tentamente al momento della programma­zione la direzione del Teatro».
La Curia di Milano, comunque, non si tira certi indietro. Anzi, rivolge a sua volta un monito a chi sta organizzando manifesta­zioni contro lo spettacolo. «La preghiera per manifestare il proprio dissenso – ricorda in conclusione la nota – non può accompa­gnarsi a eccessi di qualunque tipo, anche solo verbali».