UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Minori, progetti per la sicurezza sul web

Adulti «immigrati digitali» che nel web faticano ad alfabetizzarsi. Sono i genitori e i docenti dei bambini che navigano nelle tecnologie da veri «nativi digitali». Un 'gap' che depotenzia l’educazione all’uso del web: a scuola si insegna la videoscrittura, il disegno e la ricerca sui siti culturali, ma i ragazzi imparano da soli - a loro rischio e pericolo - a navigare, chattare, giocare, scaricare, comunicare sui social network come Facebook.
5 Maggio 2009

Adulti «immigrati digitali» che nel web faticano ad alfabetizzarsi. Sono i genitori e i docenti dei bambini che navigano nelle tecnologie da veri «nativi digitali». Un 'gap' che depotenzia l’educazione all’uso del web: a scuola si insegna la videoscrittura, il disegno e la ricerca sui siti culturali, ma i ragazzi imparano da soli - a loro rischio e pericolo - a navigare, chattare, giocare, scaricare, comunicare sui social network come Facebook. È quanto emerge dalla campagna di diffusione dell’informazione sui sistemi di tutela della navigazione dei minori, condotta dall’associazione Centro Elis, col sostegno dalla FeoFivol, su 50 scuole primarie di Roma che ha coinvolto mille genitori: distribuendo 2 mila guide per navigare senza pericoli e 2 mila fumetti 'Internet sicuro' di Disney e Microsoft, pubblicizzando il sito www.ilfiltro.it. Un progetto che dovrebbe essere ripetuto il prossimo anno, grazie all’interesse del Campidoglio. Tutte le primarie coinvolte hanno dunque un’ora di informatica settimanale in un’aula dedicata. Positivo che nel 76% dei casi i pc siano a semicerchio e non in file, che impedirebbero al docente di vedere cosa si guarda. Negativo che il 96% dei pc non abbia un sistema di protezione della navigazione, che il 36% non abbia Internet, che il 24% dei bambini abbia visto porno sul computer di casa. «Internet è diventato indispensabile – dice Michele Crudele, direttore del Centro Elis – e controllare non vuol dire proibire. Nonostante i pericoli, è necessario insegnare ai bambini ad affrontarli, come quando si attraversa la strada. Tenerli isolati dai microbi non fa sviluppare gli anticorpi e rischia di fare molto danno al primo impatto». Allora bisogna educare già i bambini, perché nell’adolescenza può essere troppo tardi; limitare la navigazione a siti selezionati, come in una biblioteca per ragazzi; dotare ogni scuola di un tecnico in grado di gestire connessioni sicure. La deputata Paola Binetti ricorda che tra i rischi non c’è solo pornografia e adescamenti: «Devono imparare a distinguere l’affidabilità delle informazioni. E a guardarsi dall’ambiguità intrinseca dei social network: su Facebook c’è un profilo 'Paola Binetti' che non è mio ma non posso cancellare, perché a chi li crea non si chiede l’identità».