UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Monasteri in dialogo con il mondo”

Il volume si basa sui carteggi tra Giorgio La Pira e le monache di clausura, finora inediti del Fondo Raffaello Torricelli custodito dall’associazione fiorentina Arcton.
20 Giugno 2025

“Nulla può essere capito di Giorgio La Pira se non è collocato sul piano della fede. Tutto, al contrario, diventa chiaro e semplice se si pone in un’ottica soprannaturale…Là dove non riusciva a far arrivare la giustizia, faceva arrivare almeno la speranza…”. Queste parole pronunciate il 7 novembre 1977 dal cardinale Giovanni Benelli ai funerali nell’affollatissima Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze - dopo aver letto un commosso telegramma di Paolo VI nel quale si rendeva testimonianza di una lunga conoscenza e omaggio “all’uomo giusto, amico di Dio, che portava sempre e dappertutto sorriso e fiducia” - hanno segnato la spiritualità profetica del “sindaco santo” già proclamato Venerabile da Papa Francesco. Di questa spiritualità profetica - fondata sulla certezza della resurrezione di Cristo - troviamo oggi conferma nel volume “Monasteri in dialogo con il mondo” (pp. 160, Polistampa) basato sui carteggi finora inediti del Fondo Raffaello Torricelli custodito dall’associazione fiorentina Arcton, presieduta da Piero Meucci. Una corrispondenza, quella tra le monache di clausura e La Pira, che assume un significato particolare nel momento in cui si ripropone l’incubo di un nuovo conflitto mondiale, come sottolinea nella prefazione Patrizia Giunti, presidente della Fondazione lapiriana. Documenti, testimonianze, interviste alle suore ancora in vita, immagini che vogliono costituire una sorta di antidoto ai venti di guerra che purtroppo si stanno manifestando con la perdita di migliaia di vite umane. In questa “rete di preghiera” sviluppatasi nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, ci accompagnano sette saggi, realizzati da un team composto da Elena Giannarelli, Andrea Fagioli, Ilaria Ciuti, Maria Sechi, Cristina Pagani e gli “scatti” di Gianni Pasquini su luoghi non accessibili direttamente ai cittadini che hanno visto scorrere la vita delle claustrali, la loro esperienze di donne e di consacrate, “il loro essere forza del mondo stando fuori dal mondo”.
I singoli capitoli si soffermano su come era allora la vita in questi monasteri (alcuni oggi trasformati) quando Giorgio La Pira vi pose l’attenzione inviando “circolari” per verificarne lo stato da un punto di vista umano, religioso, ed economico. Si spiega perché, attraverso queste “circolari” durate poi fino al 1974, accompagnate da assegni di importo variabile, si offriva un supporto per poter mitigare, almeno in parte, le sofferenze terrene e contingenti. Ma in un certo senso era richiesta una contropartita: il sindaco si rivolgeva alle monache affinché esse, interlocutrici per eccellenza con Dio, potessero intercedere per richiedere un intervento diretto nelle vicende umane con lo scopo di far attuare il precetto divino, affinché “si costruisca nel mondo una società nuova, ad ispirazione cristiana, nella quale a tutte le creature umane sia assicurato il lavoro, la casa, il pane e quanto è essenziale ad una modesta ma dignitosa vita umana”.
La forza del silenzio e della speranza, il racconto dei passaggi più importanti della storia di questi “cenacoli” sono un dono per la comunità fiorentina, fanno rivivere un momento straordinario che grazie appunto alla spiritualità profetica di La Pira ha fatto grande la città ed il suo territorio.

 

Antonio Lovascio