UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Celli: l'annuncio di Cristo si diffonda nel mondo digitale

Il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali ha recentemente ricordato, dal Bangladesh, che le “nuove tecnologie” offrono l’opportunità di accrescere le relazioni, il dialogo, la preghiera e la testimonianza del Vangelo. La rete è un mezzo per avvicinare le genti a Cristo.
5 Marzo 2010
Le nuove tecnologie offrono una migliore opportunità di accrescere le relazioni fra persone, le possibilità di dialogo, la preghiera e il significato del messaggio di Dio ai nostri cuori. È quanto ha spiegato mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, durante un recente incontro alla Conferenza episcopale del Bangladesh (Cbcb). Il prelato ha inoltre sottolineato che il punto centrale del cristianesimo “non è la dottrina, ma è la persona, il Cristo”; i fedeli nel “villaggio globale” hanno la responsabilità dell’annuncio di Dio “anche attraverso il nuovo mondo digitale”. In quest'ottica anche il servizio svolto dall'agenzia d'informazione AsiaNews, che ha diffuso queste sue dichiarazioni,  è “importante”.
 Mons. Celli, in visita ufficiale nel Paese asiatico nello scorso mese di febbraio, ha tenuto una conferenza davanti a più di 300 persone tra sacerdoti e giovani seminaristi. Poi, nella sede della Conferenza episcopale del Bangladesh (Cbcb), ha incontrato centinaia tra sacerdoti e laici, provenienti da tutto il Paese, invitando i presenti a “non affrontare in ritardo le sfide che offre il nuovo mondo digitale”. Un appello sottoscritto da mons. Paulinus Costa, arcivescovo di Dhaka, che intende “rafforzare l’impegno di religiosi e laici nel campo dei media”.
 Commentando l’accordo con Google, che ha portato alla nascita di un canale su YouTube dedicato a Benedetto XVI, il prelato ha spiegato che “il papa ha chiesto di andare fra la gente, con uno spirito di dialogo e rispetto”. Il progetto si è rivelato sin dall’inizio un successo: 700mila visitatori in una settimana, e in un anno si sono registrati 250 milioni di accessi.
Il prelato ha ribadito l’importanza della “testimonianza attraverso i media” anche se questi, alle volte, celano attacchi e notizie false sul papa e la Chiesa. Dobbiamo approfittare di questa occasione, aggiunge, per “purificare i nostri cuori” e godere della missione che ci è stata affidata di annunciare la parola di Dio, “credere in Lui ed essere testimoni dell’amore”. 
In Bangladesh vi sono più di 10 milioni di internauti e la rete, continua mons. Celli, è uno strumento per vescovi, sacerdoti e laici per “annunciare al mondo che Dio ci è vicino”. Il prelato ha visitato il centro cristiano di telecomunicazioni a Dhaka, e ha potuto osservare un esempio dell’amore di Dio perché “musulmani, indù e cristiani lavorano fianco a fianco” all’insegna dello spirito di “solidarietà, pace e giustizia”.
 Il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali ha precisato che “le nuove tecnologie offrono una nuova opportunità di accrescere le relazioni fra le persone”, contrastando la logica del fondamentalismo a sfondo confessionale. “Il punto centrale della nostra religione – spiega il prelato – non è la dottrina, ma la persona, il Cristo. I cristiani nel villaggio globale hanno la responsabilità di annunciare il Vangelo anche nel mondo digitale”.
 Mons. Celli ha concluso ricordando che la visita in Bangladesh serve anche a “spingere la Chiesa nell’immenso mondo virtuale” secondo quanto espresso da Benedetto XVI e, prima ancora, da papa Giovanni Paolo II.