Mettere una tenda ovunque. Per portare Cristo non solo nei luoghi «fisici », ma anche in quelli immateriali aperti all’annuncio dalla Rete. Prima di tutto guarda al futuro e al bene che può derivare dalle nuove tecnologie per la comunicazione l’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, che invita a non temere le novità neppure nel delicato campo dei nuovi media, bensì a saperne sfruttare le opportunità anche per l’evangelizzazione e per la conoscenza e la crescita dell’uomo. «Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione pari a quella industriale » osserva monsignor Gennaro Matino, vicario episcopale per le Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Napoli.
L’occasione per ribadire un concetto, che accompagnato dall’azione, è tra i peculiari del suo magistero è stata offerta al cardinale Sepe ieri dal convegno conclusivo del tour comunicativo che ha attraversato la Campania, organizzato dalla Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale regionale in collaborazione con le diocesi campane e i loro uffici per le comunicazioni sociali.
L’incontro ha raccolto voci diverse – Angelo Scelzo, sottosegretario al Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali; monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei; Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania; Donatella Trotta, presidente Ucsi-Campania e monsignor Matino – e su di un tema che riprende il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali «Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale». Lo stesso che ha guidato il pellegrinaggio sulla comunicazione iniziato il 19 gennaio a Salerno e che ha poi toccato Benevento, Caserta, Avellino e infine Napoli, segno anche di un nuovo cammino intrapreso dalla Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale campana (Cec) che, spiega il direttore don Doriano De Luca, presto si doterà di uno statuto e di una Consulta permanente. Il messaggio del Papa è dunque la guida verso e dentro «un mondo nuovo che ha pochi decenni di vita, ma già condiziona vita e cultura e avvenimenti della società» sottolinea Scelzo. Napoli è stata la prima diocesi in Italia ad avere un portale web che concentra notizie e collegamenti a tutti i mass media, dai giornali alla tv alla radio. «Mettere una tenda nella Rete – insiste il cardinale, che ne ha esperienza diretta anche attraverso la partecipazione ai social network – perché la Chiesa è chiamata da Cristo ad andare in tutto il mondo, che vuol dire andare dove vive, agisce, opera, comunica l’uomo. I nuovi strumenti di comunicazione sono messi a disposizione dalla Provvidenza perché i cristiani possano mostrare la propria autenticità e comunicare la verità. Sta a noi accogliere questi segni e trasformarli per l’evangelizzazione ». Un’apertura e un’interazione con i nuovi media dell’attuale era digitale che, per Sepe, «se non è esente da rischi può essere però una fonte a cui abbeverarsi per annunciare il Vangelo e far prendere coscienza di quella che è la propria esistenza».
Una missionarietà della Chiesa «da ritrovare anche nello spazio della Rete, con strade da percorrere » afferma monsignor Pompili secondo il quale «abitare la Rete, cioè conoscerla con naturalezza e consapevolezza, è l’atteggiamento più autentico». E riprendere davvero l’invito di Cristo: annunciate dai tetti la Buona Novella. «Oggi sono le antenne e i satelliti – sorride Sepe –. Ma è sempre la risposta alla chiamata di Cristo ad andare e uscire dalle parrocchie e dalle case».
di Valeria Chianese
(da Avvenire del 30 gennaio 2011, pag. 25)