UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Pompili: dalla Rete opportunità straordinarie alla pastorale

Lo ha ricordato lo scorso due luglio mons. Domenico Pompili intervenendo con una relazione dal titolo “Da Parabole mediatiche a Testimoni digitali” alla settimana residenziale per seminaristi teologi che si chiude oggi a Subiaco, sul tema “L’agire della Chiesa nel tempo del digitale”.
2 Luglio 2010
La Rete apre “opportunità straordinarie alla pastorale, proprio per la sua capacità di ridurre le distanze, per la possibilità di raggiungere le persone (anche quelle che non si avvicinano alle chiese e agli oratori), là dove esse sono e ascoltarle”. Lo ha ricordato lo scorso due luglio mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, intervenendo con una relazione dal titolo “Da Parabole mediatiche a Testimoni digitali: come cambiano i territori dell’umano, gli scenari della relazione, l’azione pastorale” alla settimana residenziale per seminaristi teologi che si chiude oggi a Subiaco, sul tema “L’agire della Chiesa nel tempo del digitale”. L’iniziativa, alla quale partecipano 20 seminaristi da tutta Italia, è organizzata dall’Ufficio per le comunicazioni sociali insieme ai Servizi per il progetto culturale e informatico della Cei e al Centro interdisciplinare lateranense.
“Realtà” e “pienezza” sono i due “bisogni importanti” che emergono, secondo mons. Pompili, dalle “relazioni in Rete”. “Né l’uno né tantomeno l’altro bisogno – ha però precisato – possono trovare soddisfazione solo sulla Rete, ma entrambi possono trarre beneficio dalla sua natura di luogo intermediario, transitabile per estendere e incrementare le opportunità di esperienza nella vita quotidiana concreta. Transitare attraverso lo spazio della Rete offre possibilità di avvicinamento, riduzione della distanza, costruzione di fiducia e familiarità che rendono possibile (anche se non garantiscono, né tantomeno producono di per sé) l’incontro, la relazione, la comunicazione, lo scambio di esperienze e, più in profondità, la costruzione di comunità di vita e di comunità di fede”. “L’orizzontalità della Rete” mette poi in discussione “l’autorità”, che nella sua accezione comune “suggerisce distanza, rispetto legato alla soggezione, magari manifestato solo esteriormente per evitare svantaggi personali”. La Rete invece, ha rilevato il sottosegretario della Cei, “consente di ridurre questa distanza, che non è certo il luogo in cui può essere comunicata la buona notizia. Consente di avvicinarsi alle persone là dove esse sono, così come Dio si è avvicinato a noi attraverso Gesù e Gesù continua ad avvicinarsi al mondo attraverso la Chiesa”.
Dunque, “accanto ai rischi che accompagnano sempre la vita relazionale e sociale, in ogni ambiente in cui ha luogo, con la Rete – ha precisato mons. Pompili – si aprono anche opportunità straordinarie alla pastorale, proprio per la sua capacità di ridurre le distanze, per la possibilità di raggiungere le persone (anche quelle che non si avvicinano alle chiese e agli oratori), là dove esse sono e ascoltarle. D’altra parte, il bisogno di relazione, di essere ascoltati, di condividere emerge chiaramente, anche se rischia di accontentarsi di risposte banali. È intercettando questo bisogno che una pastorale, anche giovanile, può svilupparsi: mostrando una capacità di autentico avvicinamento, che non può non passare per l’ascolto, e che può diventare la premessa di un incontro su un altro terreno”. Il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei ha poi sottolineato la necessità di “saper essere meno ‘comunità virtuale’ e più ‘social network’”. “Se l’eccedenza – ha concluso – è la via alla pienezza, il sacerdote è il mediatore, il traduttore, la guida che accompagna in questo percorso, accettando di venirne a sua volta illuminato e modificato. Un medium non solo perché capace di avvicinare, tradurre, farsi tramite, ma anche perché animato dal desiderio di allestire un ambiente relazionale favorevole alla fiducia e alla comunicazione”.