UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Pompili: “In Brasile ci aspettano”

Mons. Domeni­co Pompili, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni so­ciali, si è recato nei giorni scorsi in Brasile insieme a una delegazione della CEI per definire i dettagli della spe­dizione azzurra: «La Chiesa italiana sarà fi­sicamente lì, ma ci sarà anche attraverso gli e­venti che si stanno organizzando nelle nostre diocesi».
17 Aprile 2013
Il grande puzzle della Gmg 2013 va compo­nendosi: mentre mancano poco meno di cento giorni, si lavora a ritmi serrati per po­sizionare tutte le tessere dell’appuntamento bra­siliano di fine luglio. «C’è un grande fermento che in questa fase su­bisce necessariamente una brusca accelerazione. Il Brasile, nonostante tante contraddizioni, è un Paese in crescita. Si percepisce la voglia che la Chiesa dell’America latina ha di affermare un vissuto credente e la consapevolezza di dover allestire questo spazio di incontro tra papa Fran­cesco e i giovani», osserva monsignor Domeni­co Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni so­ciali, che insieme a una delegazione della Con­ferenza episcopale italiana si è recato nei giorni scorsi in Brasile per definire i dettagli della spe­dizione azzurra. «Dopo una serie di contatti preliminari, l’o­biettivo di questo viaggio – spiega Pompili – è stato quello di mettere a fuoco alcune questio­ni relative all’accoglienza dei ragazzi italiani». Non ci sono ancora indicazioni precise sulle lo­calità in cui i giovani saranno ospitati in quan­to il Comitato organizzatore locale (Col) si ri­serva di fare le assegnazioni al termine delle i­scrizioni, ma nel corso degli incontri sono sta­te date indicazioni sulle modalità dell’acco­glienza. «Sono stati individuati – afferma il sot­tosegretario Cei – istituti, parrocchie, strutture pubbliche che saranno dotate delle infrastrut­ture essenziali per un’ospitalità sobria e allo stes­so tempo efficiente». I giorni passati a Rio, poi, sono stati utili per «stabilire i contatti con il Consolato italiano che fornirà il necessario supporto in caso di neces­sità » e «per conoscere i luoghi della Gmg: dalla zona di Copacabana fino al grande spazio di Guaratiba che ospiterà la veglia e la Messa fina­le, passando per il Maracanazinho, dove si terrà la Festa degli italiani, e per il Forte Copacabana , sede del centro stampa internazionale». A Rio, dove «gli italiani sono una fetta signifi­cativa della popolazione e rappresentano una componente che nella storia ha dato molto in termini di cultura come dimostrano l’architet­tura delle chiese e la cucina», i ragazzi che arri­veranno dalla Penisola potranno allargare lo sguardo. «Gli spazi sono sconfinati, la gente, an­che solo nell’attraversare una strada, è una mas­sa umana che si muove», sottolinea Pompili. Chi parteciperà alla Gmg farà dunque «una gran­de esperienza di contatto con altre culture e al­tre sensibilità». Nella consapevolezza, aggiunge il sottosegretario Cei, «di ritrovare la stessa i­dentità, di sentirsi a casa nonostante la distan­za, di vivere quella coesione che la fede crea al di là delle differenze». L’appuntamento brasiliano sarà inoltre un e­vento mediatico. «L’esplosione dei social media mostra una pervasività e una diffusa abilità mag­giori anche rispetto alla Gmg di Madrid di due anni fa», evidenzia ancora Pompili, per il qua­le «il simbolo di questo salto in avanti è un’i­nedita applicazione, che il Col renderà dispo­nibile per tutti i pellegrini, per localizzare sul proprio iPhone o tablet i luoghi degli eventi, ma anche informazioni varie tra cui quelle ri­guardanti le catechesi o l’ordine pubblico». In questo modo, la Gmg 2.0 «non avrà a che fare con i grandi network, ma si vivrà a livello del sin­golo ragazzo, con la logica di una più forte con­divisione ». La tecnologia permetterà di stabilire un ponte reale tra Italia e Brasile nei giorni della Gmg. «A Rio attendiamo dai 5 mila a i 7 mila giovani i­taliani, una cifra non straordinaria in termini assoluti ma relativamente importante: dopo bra­siliani, argentini e americani saremo il gruppo linguistico più significativo», rivela Pompili. «La Chiesa italiana, con una rappresentanza di una quarantina di vescovi – conclude – sarà fi­sicamente lì, ma ci sarà anche attraverso gli e­venti che si stanno organizzando nelle nostre diocesi». Che si svolgeranno in simultanea alla Gmg carioca e serviranno «ad accorciare le di­stanze, superando sia le difficoltà oggettive sia quelle economiche».