UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Pompili: “Sul campo accanto alle diocesi”

Attenzione al territorio, confronto con le realtà associative e formazione degli animatori: sono le linee indicate da monsignor Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, al termine del convegno nazionale "Abitanti digitali" (Macerata, 19-21 maggio 2011).
24 Maggio 2011
Il «dopo Macerata» è già cominciato. E saranno tre le direttrici su cui si muoverà l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali che ha promosso il Convegno «Abitanti digitali» insieme col Servizio informatico della Cei: l’interesse al territorio, il dialogo con le realtà associative che viaggiano lungo le autostrade mediatiche e l’attenzione agli animatori della comunicazione e della cultura. «Il primo impegno – spiega monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale – sarà quello di valorizzare il territorio attraverso un percorso dell’Ufficio che porti a incontrare i nostri referenti per ascoltare le loro attese e le loro difficoltà. L’intento è di mettere in rete quanti nelle diocesi italiane sono in prima linea sul versante delle comunicazioni sociali per favorire il confronto».
L’altro ambito su cui l’Ufficio nazionale intende puntare è «l’attenzione alle varie realtà impegnate nelle comunicazione che gravitano intorno al mondo ecclesiale», afferma monsignor Pompili. Ne sarà la dimostrazione la presenza dell’Ufficio Cei al prossimo convegno della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) che avrà per tema «Internet e territorio: due luoghi da abitare» e che si terrà a ottobre a Cesena.
Il terzo 'fronte' è quello degli animatori nelle parrocchie. «L’ufficio ha investito molto sulla formazione. Con loro sarà realizzato un cammino che vuol mettere in evidenze le competenze acquisite e far sì che gli animatori della comunicazioni e della cultura entrino nella pastorale ordinaria. Del resto, come ci sono i catechisti o gli animatori della liturgia, la Chiesa italiana avverte l’urgenza di avere figure che abbiano non solo una specifica sensibilità sui media ma anche un’accurata preparazione per dire una parola autorevole e aiutare le comunità ad affrontare le sfide che giungono dall’ambiente digitale». Uno spazio in cui la comunità ecclesiale intende esserci. «Infatti abitare – spiega don Ivan Maffeis, vice direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali – è il modo con cui ci relazioniamo a questo nostro tempo non da stranieri ma da interpreti delle istanze dell’uomo».
 
(da Avvenire del 24 maggio 2011, pag. 28)