UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Napoli: UCSI Campania, la forza delle idee

Domenica 20 maggio si è celebrata la 46ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che ha avuto per tema “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. Per l’occasione l’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) della Campania ha promosso un incontro che siè tenuto,il 23 maggio nel liceo classico Umberto I di Napoli.
22 Maggio 2012
Con una dura condanna dell’attentato di Brindisi, nel quale ha perso la vita la sedicenne Melissa Bassi, l’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) della Campania ha dato il via, martedì 22 maggio, all’incontro con gli studenti del liceo Umberto I di Napoli, organizzato in occasione della 46ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sul tema, scelto dal Papa, “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. “A Brindisi – ha sostenuto don Tonino Palmese, assistente ecclesiastico dell’Ucsi Campania –, sono state uccise due cose: l’innocenza e la cultura. Metterle in discussione significa fermare le lancette della storia”. All’appuntamento sono intervenuti anche il dirigente scolastico del liceo Umberto I, Ennio Ferrara, e il presidente dell’Ucsi Campania, Giuseppe Blasi.

Il valore del silenzio. Momento centrale dell’incontro è stata la relazione del vaticanista Aldo Maria Valli che sull’importanza del silenzio e sul caos mediatico che ci circonda ha improntato la propria riflessione. “Il silenzio – ha affermato – deve essere vissuto non come percezione dell’infinito o di qualcosa da associare alla morte, ma come momento di pausa che aiuta ad accogliere meglio e a selezionare i messaggi che ci arrivano come un bombardamento continuo dai mezzi di comunicazione di massa”. Valli ha anche invitato a fare attenzione alla “parola” come “strumento di potere” e come “abbandono al rumore” per “impedire il contatto con gli altri”. Pur ricordando che Benedetto XVI ha scritto che “il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto”, Valli ha sottolineato che “il Papa non intende affatto con questo messaggio condannare gli strumenti di comunicazione moderni e le nuove tecnologie”; tutt’altro: “La Chiesa è da sempre aperta sul piano della comunicazione, anche se ha messo in guardia più volte sui rischi che soprattutto internet, se usato indiscriminatamente, può causare”. Alla fine ciò che conta “è saper scegliere”, e il silenzio, in questo caso, “può dare una mano”. “Il Papa – ha chiarito il giornalista – c’invita a riflettere sul silenzio non come fuga dal mondo, non perché vuole che diventiamo tutti eremiti, ma perché vuole dirci che il silenzio, in quanto disponibilità all’ascolto, è l’atteggiamento giusto per accogliere l’altro”.

La speranza di Napoli. Prima che prendesse la parola il vaticanista, all’inizio dell’incontro è stato letto un messaggio agli studenti del card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a Roma in questi giorni per l’assemblea generale della Cei. “Sto con voi, in queste ore di dolore, di sgomento e di indignazione per la morte innocente di Melissa – ha scritto il porporato –. Come vescovo e padre sono vicino a tutto il mondo della scuola e a voi giovani, invitandovi a non arrendervi, a non aver paura e a reagire con la forza delle vostre idee e della vostra età, per determinare il cambiamento, partendo dal recupero e dall’affermazione di valori fondamentali quali la dignità dell’uomo, il rispetto della persona, la sacralità della vita”. Rivolgendo un pensiero ai giornalisti cattolici l’arcivescovo li ha invitati a “essere testimoni dei valori cristiani, di una corretta informazione e di quella verità che è rispetto dei lettori, che rende liberi e che è garanzia di democrazia”. Poi ha esortato i giovani studenti: “Siate testimoni della bellezza della vostra età e delle vostre energie, ma fate tesoro del sapere e delle opportunità che vi vengono dai vostri docenti e dalla scuola che è il luogo naturale per la ricerca della verità. È la scuola che, mentre trasmette il vasto patrimonio di cognizioni e di esperienze del passato, apre nuovi spazi verso il futuro e offre strade inattese al cammino umano”. Anche agli occhi del credente, ha chiarito il cardinale, “essa appare come un luogo estremamente laico ma pure sacro, perché consacrato alla formazione, alla crescita e alla maturazione dell’uomo. È il tempio dove l’uomo impara a conoscere la vita. Nella comunità dei docenti e dei discenti si pongono le basi per un nuovo, diverso futuro per ogni persona, per la vita della nostra gente, per la città”. L’avvenire di Napoli, ha scritto ancora il card. Sepe nel suo messaggio, rivolgendosi a docenti e studenti, “è in buona parte nelle vostre mani, nella vostra capacità di cercare vie possibili per uscire dalla rassegnazione e dalla stagnazione che spesso ci avvolge, nella voglia di fare meglio, nel desiderio di dare valore etico ai nostri comportamenti”. “La Chiesa e la città di Napoli – ha aggiunto – guardano a voi, cari studenti e illustri docenti. In voi sono riposte molte delle nostre speranze. Napoli non potrà farcela senza di voi, perché ha bisogno di giovani entusiasti e protagonisti del loro futuro, capaci di contagiare a noi adulti l’utopia dei loro sogni, come pure ha bisogno di voi professori, appassionati e disponibili, testimoni di quella cultura che porta al cambiamento e forma uomini veri e nuovi”.