Una ricerca del Censis su 2.300 studenti calabresi rivela gli effetti positivi delle nuove tecnologie sull’apprendimento. Senza che queste, però, riescano a far amare di più la scuola.
5 Luglio 2012
L’uso del pc e l’accesso al Web hanno effetti positivi sull’apprendimento. E se i dispositivi digitali sono sempre i più diffusi il libro però non accenna a scomparire, mentre l’attrazione della scuola si conferma debole sui ragazzi anche nel caso in cui si disponga di tecnologie. Sono questi i principali risultati della ricerca del Censis «Nativi digitali e apprendimento», presentata ieri e realizzata su 2.300 studenti calabresi tra 11 e 19 anni e 1.800 genitori. Benché focalizzata solo sui ragazzi di questa regione, è la prima in Italia che permetta di confrontarsi su un tema come l’impatto delle tecnologie sull’apprendimento delle generazioni immerse fin dalla nascita nella nuova comunicazione digitale.
E del resto, «se non consideriamo i cambiamenti in atto e le nuove esigenze dei ragazzi nel ripensare la scuola – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo – il rischio è che diventi noiosa e che i ragazzi non parlino più. Il pericolo è perdere un’intera generazione».