UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nell'epoca della “Creatura Planetaria”

Nella tecnologia d’oggi accade sempre più spesso che un congegno, una volta introdotto, crei il bisogno e lo soddisfi ancor prima che sia avvertito, diventando subito indispensabile. Tutto ciò rende la vita più comoda e rende noi sempre più pigri. Ma che faremo del tempo che così recuperiamo? Se lo chiede su Avvenire Giuseppe O. Longo.
11 Aprile 2013
Grazie alla tecnologia ci stiamo avvicinando a grandi passi alla costruzione del ciborg (o cyborg, che fa più impressione): una creatura in cui il biologico e l’artificiale si mescolano intimamente. Protesi d’ogni tipo circondano e invadono il corpo, sostituendo e potenziando organi e funzioni, comprese quelle cognitive. Ne sta emergendo un essere post­umano le cui caratteristiche e la cui natura rispetto agli umani sono tutte da esplorare e il cui statuto incerto ci spinge a indagare a fondo il concetto di persona. Una tappa in questa direzione è costituita dai dispositivi di 'realtà aumentata', già presenti in certi musei d’avanguardia dove i visitatori, indossati occhialetti speciali, possono leggere, in margine all’opera d’arte che hanno dinanzi, informazioni invisibili all’occhio nudo sull’autore, la collocazione storica dell’opera, l’appartenenza stilistica. Ma le applicazioni non si fermeranno qui: assistendo a una partita di calcio potremo sapere tutto di un certo giocatore; ammirando un paesaggio montano conosceremo nome e altezza delle cime; la contemplazione del firmamento sarà arricchita dalle informazioni relative ai vari corpi celesti... Insomma la realtà visibile sarà radiografata e mostrerà in filigrana le informazioni che la innervano. Ora Google si prepara a lanciare un computer 'indossabile' da applicare alla fronte come una bandana. Il dispositivo renderà visibili le informazioni sui soliti occhialetti da realtà aumentata (come si fa presto a dire soliti, ormai!), ma la novità più interessante è che l’apparecchietto, chiamato «Google Glass», sarà connesso a Internet e potrà interagire con altri congegni – collegati anch’essi a Internet – tramite comandi vocali in inglese: per aprire e chiudere a distanza cancelli automatici, accendere e spegnere radio, Tv e forni a microonde, azionare fotocamere (Ok, Glass, take a picture!) e così via. Si forma così la Creatura Planetaria, un agglomerato di uomini, computer e dispositivi collegati da flussi di informazioni. All’interno di questa rete trovano posto automobili che si guidano e si posteggiano da sole, abitazioni che percepiscono il nostro arrivo e si dispongono ad accoglierci azionando i robot domestici, accendendo il riscaldamento o l’aria condizionata, preparandoci da mangiare... Gli oggetti cominciano a dialogare tra loro e con noi, i computer regolano la nostra vita: ormai siamo cellule della Rete capillare che avviluppa il mondo. È una trasformazione post-umana che si affianca al cyborg per dirigersi verso stadi ulteriori dell’evoluzione. Ma c’era bisogno di tutto questo? Certo che no: ma, come accade sempre più spesso nella tecnologia d’oggi, una volta introdotto grazie alla fervida attività degli ingegneri, il congegno crea il bisogno e lo soddisfa ancor prima che sia avvertito, diventando subito indispensabile. Tutto ciò rende la vita più comoda e rende noi sempre più pigri. Liberati da tanti compiti faticosi e tediosi, che faremo del tempo che così recuperiamo? Per gli ottimisti leggeremo, ascolteremo musica, comporremo poesie (finché qualche dispositivo non farà tutto ciò per noi...), mentre per i pessimisti guastafeste ci dedicheremo al gioco d’azzardo, alle droghe, al sesso compulsivo, alla pornografia, all’ozio fine a se stesso. E qui nessuna macchina prenderà il nostro posto.
 
Giuseppe O. Longo