UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nello stile del servizio

Qualche considerazione dopo l'incontro dei direttori diocesani, il 4 maggio a Roma. "Il cuore resta il territorio", ha ricordato don Maffeis ad Avvenire.
9 Maggio 2017

«Un patto forte tra centro e periferia sapendo che il cuore resta il territorio». Don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, richiama «un’immagine di Chiesa dove il centro non primeggia» per definire uno stile di comunicazione che sia sempre più orientato al servizio. Lo fa dopo l’appuntamento annuale che ha visto riunirsi a Roma un’ottantina di direttori degli uffici diocesani delle comunicazioni sociali: non una lezione né una conferenza, ma un’occasione per confrontarsi sulla base dell’esperienza concreta e del vissuto delle comunità per trovare insieme piste di riflessione e strategie comuni.
«Anche quest’anno abbiamo voluto uscire dalla convegnistica proponendo un incontro di formazione che rispondesse alle necessità del territorio», spiega don Maffeis ricordando che «il tema scelto è stato quello attualissimo della gestione della comunicazione istituzionale in tempo di crisi, che vede impegnate ogni giorno le nostre diocesi». Per affrontare la questione, racconta, «siamo partiti dalla testimonianza di Sara Melchiori, direttore dell’Ufficio stampa di Padova, sullo scandalo che nei mesi scorsi ha interessato i media, l’opinione pubblica e le comunità cristiane e ha chiesto alla diocesi di muoversi su più fronti con abilità, trasparenza, sofferenza, pulizia di linguaggio». Di fronte «all'emergenza, all'attesa di avere informazioni, allo scandalo finanziario o di pedofilia, alla notizia che può perfino rivelarsi falsa, bisogna capire come l’istituzione si pone rispetto al fatto in sé, quali sono le reti che si costruiscono, oltre alle strategie comunicative da adottare».
La formula dell’incontro di Roma, incentrata sull'esperienza e completata dagli spunti competenti e simpatici offerti dall'esperto di comunicazione Yago de la Cierva, ha permesso sia di «condividere le buone prassi e le iniziative promosse per declinare il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2017, e far sì che la comunicazione innervi davvero la vita delle comunità», sia di «mettere in luce il lavoro che a livello locale viene fatto con umiltà e discrezione, in piena fiducia con il vescovo, all'interno di un discorso di Chiesa che si fa servizio». Proprio in quest’ottica monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei, «ha invitato ad affrontare la situazione attuale come un’occasione di discernimento – continua don Maffeis –, per interrogarci su come le nostre iniziative e i nostri media servono alla pastorale, a presentare un’esperienza ecclesiale viva». Senza paura, con la consapevolezza di dover rispondere ai cambiamenti, compresi quelli messi in atto dalla nuova legge sull'editoria, con «un percorso di adeguamento, discernimento e investimenti sostenibili». L’invito è a «non rassegnarsi», a non farsi trovare impreparati, e a camminare insieme. In una logica di accompagnamento e supporto, infatti, «con il coordinamento dell’Ufficio nazionale, è nato un tavolo di lavoro composto dalla Fisc, federazione che raggruppa 191 testate diocesane, la rete radio-tv del Corallo e l’Acec, l’associazione rappresentativa delle Sale della Comunità, per supportare le diocesi sul fronte della formazione e della ricezione giuridica della nuova disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici locali».
L’obiettivo, conclude don Maffeis, è «accompagnare le diocesi, aiutandole a riorganizzare le nostre testate in maniera integrata». In un dialogo costante, autentico e capace di tessere relazioni tra centro e periferie, tra campanile e rete territoriale.

 

Stefania Careddu