UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nuoro: un ricordo di mons. Alberti

Se ne è andato in punta di piedi monsignor Ottorino Pietro Alberti. Una lunga malattia, che gli concedeva pochi momenti di tranquillità, martedì 17 luglio alle 10,45 l’ha tolto alla famiglia e alla Chiesa sarda...
24 Luglio 2012
Se ne è andato in punta di piedi monsignor Ottorino Pietro Alberti. Una lunga malattia, che gli concedeva pochi momenti di tranquillità, martedì 17 luglio alle 10,45 l’ha tolto alla famiglia e alla Chiesa sarda. In un attimo la notizia è rimbalzata in tutta l’isola rilanciata da cellulari e facebook, prima che dalle agenzie di stampa. E’ arrivata perfino ai lavoratori del pubblico impiego mentre manifestavano con un sit-in davanti al palazzo della Regione. Il presule barbaricino col mondo del lavoro aveva stabilito un feeling particolare. “E’ sempre stato vicino ai problemi sociali della Sardegna – è il ricordo di monsignor Arrigo Miglio, attuale arcivescovo di Cagliari – ai lavoratori, ai poveri, agli emarginati e ai rom”. Presidente della Conferenza episcopale sarda dal 1988 al 2003 ha sempre voluto far arrivare un messaggio speciale dei vescovi sardi agli operai in sciopero. Nuorese-doc, era nato per stare in mezzo alla gente, al vicinato del suo quartiere (dove aveva visto la luce il 17 dicembre 1927), ai giovani dell’Azione cattolica, di cui è stato assistente e insegnante di religione, appena conseguita la laurea in teologia all’Università Lateranense, dopo un passaggio laico all’Università di Pisa dove si laurea in Agraria. Durante le sue ricerche per la tesi scopre un enzima nei processi per la fermentazione del vino, battezzato col nome del suo docente “Saccaromices Veronae (Verona-Alberti), ancora conservato nel registro anagrafico internazionale degli enzimi. Ordinato sacerdote nel 1956 da monsignor Giuseppe Melas, Alberti diventa segretario generale dell’Università del Papa, dove insegna Filosofia della natura e dà le prime prove della sua cultura storica sarda sempre più vasta e documentata. Giancarlo Sorgia, autorevole storico della Sardegna, nel 1994 scrive: “ Tra gli studi di Storia della Chiesa sarda degli ultimi decenni, ritenuti di notevole valenza critica e documentaria, sono doverosamente da considerare quelli di monsignor Alberti”. Dal 1971 al 1973 “don Ottorino” come lo chiamano i vecchi nuoresi, è rettore del seminario regionale di Cagliari: è la stelletta che gli manca per diventare vescovo, il primo della nidiata di presuli sardi promossi sul campo dal cardinale Sebastiano Baggio. Alberti ha solamente 45 anni e parte il suo battesimo pastorale nelle diocesi di Spoleto e Norcia, nella la terra di San Benedetto. La paternità e umanità episcopale del vescovo sardo la scoprono anche in terra umbra. Un giorno, durante uno sciopero, a Spoleto Alberti si inserisce alla testa di un corteo di scioperanti, sotto bandiere rosse e striscioni, e sale sul palco degli oratori, ascoltato in religioso silenzio mentre ricorda le parole del papa su lavoro e dignità dei lavoratori. Nel 1987 è nominato arcivescovo di Cagliari. “Nei suoi anni cagliaritani – dice monsignor Tarcisio Pillola, per 11 anni vescovo ausiliare di Alberti – nessun dramma umano, dalla disoccupazione ai sequestri di persona, dall’immigrazione agli zingari, alla piaga degli incendi – l’ha lasciato indifferente. Non sempre ne ha trovato la soluzione completa, ma certamente l’ha cercata con intelligenza e passione”. Dialogo e pazienza, ricerca delle cose che uniscono, voglia di rendere effettiva l’unità della Chiesa sarda costituiscono lo stile pastorale del presule nuorese. “Ha portato a compimento il Concilio Plenario Sardo”: un altro dei titoli che monsignor Arrigo Miglio mette nella bacheca di Alberti, insieme con gli impegnativi incarichi in Vaticano, nella Congregazione per i Vescovi e nella Congregazione per le cause dei Santi: Antonietta Mesina, Suor Maria Gabriella Sagheddu, Fra Nicola da Gesturi e suor Giuseppina Nicoli sono diventati beati anche grazie alle puntuali ricerche e “positio” relazionate, davanti alle assemblee riunite di vescovi e cardinali, da monsignor Alberti. Che il 20 giugno 2003 alle ore 12 lascia Cagliari per raggiunti limiti d’età. Un segno del destino? In quella stessa ora i lavoratori bloccano per l’ennesimo sciopero la “Carlo Felice” all’altezza di Abbasanta e davanti a “Nuraghe Losa” parla agli operai monsignor Pietro Meloni, vescovo di Nuoro, anche a nome di Ottorino Pietro Alberti.

 
 
Mario Girau
Presidente Unione Cattolica della Stampa Italiana –sezione Sardegna