UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Nuovi media, nuovi approcci

Guidare i ragazzi nell’uso responsabile della tecnologia si può, governando e contrattando. E' uno dei temi all'ordine del giorno del Congresso teologico in corso a Milano nell'ambito del VII Incontro mondiale delle famiglie. Ecco il resoconto che ce ne offre Avvenire...
31 Maggio 2012
«Famiglia e comunicazione globa­le, il bisogno di un cambio di rap­porto »: un tema che affronta il nuovo che avanza – la multimedialità che colonizza tanti aspetti del nostro vivere quotidiano – negli schemi tradizionali ci sta stretto. Se la forma è anche sostanza, allora si capisce perché per questa sessio­ne dei lavori del Congresso teologico si sia scelto di sovvertire gli schemi. Il pub­blico – che forse non se lo aspettava – in­vece di ascoltare un intervento classico si è ritrovato a partecipare a un work in pro­gress, a una caccia al tesoro in forma di talk show. Qual è il tesoro? La capacità – trop­po spesso carente – di vivere i nuovi me­dia come risorse e non come una con­danna. A guidare le famiglie presenti in sa­la attraverso la mappa del tesoro, c’erano alcu­ne «bussole» istituziona­li: Piercesare Rivoltella (professore ordinario di Tecnologie dell’istruzio­ne e dell’apprendimen­to presso l’Università Cattolica di Milano), Jo­sé Luis Restan (direttore dell’emittente radiofoni­ca Cope), Norberto Gonzàles Gaitano (Pro­fessore Ordinario di O­pinione Pubblica presso la Pontificia Università del Sacro Cuore) hanno indicato la stra­da, il pubblico l’ha percorsa e arricchita. Sul grande schermo in sala, ogni tappa del cammino corrispondeva a una parola chiave. “Controllo”, per esempio, neces­sario sempre da parte dei genitori «abi­tuati a esercitare la vigilanza sui figli che navigano in rete più in termini quantita­tivi che qualitativi. Si preoccupano – spie­ga Fabio Bolzetta, il giornalista di Tv2000 che ha condotto l’incontro – di quanto tempo i loro pargoli stanno davanti al computer, molto meno di cosa stanno e­splorando ». Ma anche “Ovunque” perché i mobile de­vices consentono una connessione totale, nel tempo e nello spazio. «Con il rischio – avverte José Luis Restan – che la realtà virtuale in cui viviamo immersi finisca per sembrare più reale di quella che reale lo è davvero».

 
Ma si possono maneggiare i nuovi media utilizzando vecchi schemi? La risposta è scontata - no - e sconfortante se non si è attrezzati per utilizzare approcci efficaci e all’avanguardia. Che fare quando i figli ti sorpassano nell’uso della tecnologia, quando ovunque e in qualsiasi momen­to possono navigare in un mondo, quel­lo del web, in cui è facile finire inghiotti­ti dai flutti? «Meno controllo, più gover­no » risponde Piercesare Rivoltella. Il che comporta un’educazione alla responsabi­lità. «Bisogna puntare al­la responsabilizzazione e costruire soluzioni ne­goziali condivise». In­somma, l’utilizzo dei nuovi media su base contrattuale, con un ac­cordo tra genitori e figli, potrebbe essere una so­luzione da non scartare. Senza mai dimenticare che per governare profi­cuamente chi la tecno­logia la usa disinvolta­mente, bisogna gover­nare prima di tutto la tecnologia: no ai genitori analfabeti digi­tali.
 
«Sono gli adulti a dover discriminare co­sa è buono e cosa no e a trasmettere lo stes­so criterio ai figli – interviene Norberto Gonzales Gaitano – insegnando loro, per esempio, che c’è una grande differenza tra l’essere connessi e l’essere in relazione. Toc­ca ai genitori spingere perché si privilegi­no quelle relazioni che creano vincoli e le­gami e che è spesso inutile cercare su Fa­cebook. Che crea rete ma non comunità».