Il settimanale della diocesi di Nuoro L’Ortobene cambia veste ma non perde la propria identità, un giornale profondamente radicato nel proprio territorio, forte della fiducia dei suoi abbonati – sono circa seimila quando la campagna 2019 non è ancora conclusa – e di una sempre maggiore presenza sul Web con il sito Internet in costante crescita e le pagine social, in particolare quella Facebook, che raggiunge migliaia di utenti ampliando la platea dei lettori tradizionali.
La carta, nonostante tutto e al netto dei venti contrari che spirano dal governo romano, rimane il cuore della proposta editoriale della Chiesa nuorese. Per questo, producendo tutto in casa e a costo zero, il giornale è stato completamente ridisegnato fin dalla copertina che individua con una grande foto il tema centrale della settimana, a seguire i sommari e gli approfondimenti chiaramente distinti.
Una pagina non più statica, ma modulare, con tre sezioni che si possono spostare a seconda delle esigenze creando, di settimana in settimana, una varietà di soluzioni visivamente accattivanti.
Le pagine interne risultano più ariose grazie all’uso di nuovi caratteri, un maggiore spazio alle immagini e all’infografica. Le tradizionali sezioni, primo piano, vita ecclesiale, notizie dalla città e dai paesi della diocesi, cultura, si arricchiscono di uno sguardo all’Italia e al mondo grazie a nuove rubriche mentre commenti e interventi sono anch’essi chiaramente distinti per offrire sempre nuovi spunti di dibattito. Resta la linea dell’approfondimento, inchieste e interviste, anche ampie, offrono una chiave di lettura su temi e territori scomparsi o appena accennati sui mezzi d’informazione tradizionali, i due principali quotidiani dell’Isola, e sui siti locali.
Il settimanale ha due pagine in più a colori per andare incontro anche alle esigenze degli inserzionisti, «convinti – come ha scritto il direttore Michele Tatti – che nella missione editoriale radicata nel territorio sia un dovere anche offrire una visibilità alle realtà economiche locali tagliate fuori dai circuiti pubblicitari nazionali e regionali. Un impegno più sociale che economico, da costruire avviando anche un’integrazione dell’offerta con le altre testate diocesane, Radio Barbagia e il sito Web».