UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Oristano, la riflessione del direttore de “L'Arborense”

La riflessione del Papa su «Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione» chiama in causa non solo gli operatori della comunicazione ma tutte le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali locali.
 
31 Gennaio 2012
La riflessione del Papa su «Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione» chiama in causa non solo gli operatori della comunicazione ma tutte le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali locali.

 
Il Papa sottolinea il fondamentale rapporto tra silenzio e parola. In un tempo in cui respiriamo aria di sfiducia e di diffidenza verso tutto e tutti, in cui spesso le amicizie su Facebook prendono il posto di quelle reali, il messaggio per la 46 ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali ci ricorda che non basta il dialogo, ma serve la condivisione e la consapevolezza che da soli non andiamo da nessuna parte.
Il messaggio non condanna i nuovi strumenti multimediali ma, al contrario, sottolinea come le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali «possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda». È una riflessione che deve spingere le nostre comunità a considerare Internet non come un mondo a parte ma come un ambiente di comunicazione fortemente integrato nelle nostre attività quotidiane. Uno strumento prezioso, dunque, con il quale veicolare informazioni e contenuti. Nella nostra diocesi sono ancora poche le parrocchie che hanno un sito Web e ancora meno quelle che lo aggiornano costantemente. Meditare sul messaggio del Papa può rappresentare un’utile occasione per dare concreta attuazione delle indicazioni contenute nel Direttorio Cei sulle Comunicazioni del 2004. «La Chiesa, testimone sin dalle origini delle parole e dei gesti con cui Gesù ha redento l’umanità, esiste per comunicare agli uomini di ogni tempo questa buona notizia. Se non si impegnasse con tutte le sue forze nel comunicare ciò che il Signore le ha affidato verrebbe meno alla sua missione. Il mandato di comunicare il Vangelo scaturisce dalla sua identità – affermava il cardinale Ruini nella presentazione – e oggi è reso ancora più urgente dal nuovo contesto mediatico che caratterizza il nostro tempo». Tutti, quindi, siamo chiamati a guardare in avanti per testimoniare un cristianesimo di persone libere e responsabili, capaci di remare contro la corrente dei luoghi comuni e la persuasione delle campagne mediatiche, consapevoli che la disposizione più adatta per percepire la Parola di Dio è anzitutto il silenzio interiore. Dio parla nel silenzio della coscienza, nella trama segreta degli eventi della storia, nel riserbo delle esperienze personali. A ognuno di noi spetta il compito di imparare ad ascoltare.
 
Marco Piras,
direttore de «L’Arborense», settimanale della diocesi di Oristano