“Utilizzare le eccellenze nelle scuole, nelle associazioni, nelle comunità e nelle parrocchie per formare gli educatori. Incoraggiarli a non aver paura. A essere curiosi. A approfondire le nuove tecnologie”. È quanto è emerso ieri sera dalla diretta web del laboratorio online “animatori cultura e comunicazione” del
Copercom sul tema “Media e minori: come far emergere e valorizzare il positivo?”, per un approccio alle “buone prassi”.
Massimo Angeloni, docente e presidente dell’Uciim (
Unione cattolica insegnanti medi) Lazio, ha parlato della sperimentazione della Lavagna interattiva multimediale (Lim) nelle scuole. “La nostra associazione – ha spiegato – si occupa innanzitutto della formazione dei docenti. Li aiutiamo a prendere confidenza con la Lim. È chiaro che devono avere un minimo di conoscenza dell’informatica”. Essere al passo, o quantomeno accorciare le distanze, col “linguaggio dei nativi digitali”. Così facendo possono organizzare meglio “il materiale per la lezione” (testi, suoni, immagini, video). “Cerchiamo”, inoltre, “di far interagire i ragazzi con loro sui contenuti”. La “scommessa” è trovare “un punto d’incontro tra le due generazioni”. I docenti, però, devono “mettersi alla prova”, sperimentando “sul campo”. L’obiettivo, ha chiarito Angeloni, è “veicolare e far sentire il valore stesso dei contenuti”, selezionandoli prima. Insomma, ciò che conta sono “i contenuti e le modalità nel progettare una lezione con la Lim”.
Filippo Borille, del duo comico “Marco e Pippo”, ha illustrato il progetto “adolescenti digitali” che da quattro anni porta avanti nella diocesi di Padova con don Marco Sanavio, per promuovere esperienze di educazione all’uso delle nuove tecnologie nelle scuole e nei gruppi di catechesi. “I ragazzi – ha osservato – hanno una soglia di attenzione molto bassa. Gli adulti talvolta sono stanchi. Ecco, il nostro compito è far entrare la generazione adulta nell’ottica di quella nativa digitale”. Inoltre, con “le rappresentazioni teatrali o gli sketch, tocchiamo storie diverse, ad esempio di cyberbullismo, facendole interpretare dagli stessi ragazzi”. È “un modo leggero ma efficace di comunicare”, propedeutico agli interventi di don Sanavio e della psicologa che lo affianca nel progetto. “Farli pensare col sorriso”. Ma “bisogna dosare bene comicità e contenuti”.
Tornando alla Lavagna interattiva multimediale, Angeloni ha sottolineato che potrebbe essere anche “uno strumento di integrazione nelle classi multietniche”, per superare differenze e diffidenze. Comunque, ha concluso, “il mezzo di per sé non aiuta se non si è adeguatamente formati”.