« Non serve avere un sito per fare pastorale via web, è prioritario l’ascolto attivo in una logica di scambio». Lo sostiene un opuscolo scritto dai padovani padre Paolo Floretta, vicedirettore del Messaggero di sant’Antonio, e don Marco Sanavio, direttore del Servizio informatico diocesano che hanno condensato 9,37 spunti e appunti per il webpastore, neologismo che indica l’operatore pastorale che utilizza il web. «Lo 0,37 è la percentuale che va completata dall’esperienza sul campo – afferma padre Floretta –, è la risorsa imperfetta che indica il prendersi cura dell’altro. Il webpastore è un cristiano coraggioso che vive e pensa la propria fede nelle fluide interazioni in rete».
La stesura è nata in occasione del convegno «Testimoni digitali» a commento del messaggio del Papa per la 44ª Giornata delle comunicazioni. Il testo è essenziale, senza maiuscole e punteggiatura, come accade spesso nelle email scambiate in confidenza. «La pubblicazione – precisa don Sanavio – apre una collana di volumetti sul rapporto tra Internet e pastorale».
Le provocazioni dell’opuscolo sono destinate a preti e laici che desiderano sperimentare strategie pastorali in rete. Il supporto cartaceo è affiancato da un sito. Per ricevere gratuitamente l’opuscolo basta lasciare un commento e indirizzo su
www.webpastore.it.