UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Padova: in campo il “webpastore”

« Non serve avere un sito per fare pastorale via web, è prioritario l’ascolto atti­vo in una logica di scambio». Lo sostie­ne un opuscolo scritto dai padovani pa­dre Paolo Floretta, vicedirettore del Mes­saggero di sant’Antonio, e don Marco Sa­navio, direttore del Servizio informati­co diocesano.
19 Maggio 2010
« Non serve avere un sito per fare pastorale via web, è prioritario l’ascolto atti­vo in una logica di scambio». Lo sostie­ne un opuscolo scritto dai padovani pa­dre Paolo Floretta, vicedirettore del Mes­saggero di sant’Antonio, e don Marco Sa­navio, direttore del Servizio informati­co diocesano che hanno condensato 9,37 spunti e appunti per il webpasto­re, neologismo che indica l’operatore pastorale che utilizza il web. «Lo 0,37 è la percentuale che va completata dal­l’esperienza sul campo – afferma padre Flo­retta –, è la risorsa imperfetta che indica il pren­dersi cura dell’altro. Il webpastore è un cristia­no coraggioso che vive e pensa la propria fede nelle fluide interazioni in rete».
La stesura è nata in occasione del con­vegno «Testimoni digitali» a commento del messaggio del Papa per la 44ª Gior­nata delle comunicazioni. Il testo è es­senziale, senza maiuscole e punteggia­tura, come accade spesso nelle email scambiate in confidenza. «La pubblica­zione – precisa don Sanavio – apre una collana di volumetti sul rapporto tra In­ternet e pastorale».
Le provocazioni dell’opuscolo sono de­stinate a preti e laici che desiderano spe­rimentare strategie pastorali in rete. Il suppor­to cartaceo è affiancato da un sito. Per riceve­re gratuitamente l’opuscolo basta lasciare un commento e indirizzo su www.webpastore.it.