UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Padova: vince la comunicazione in rete

Sei giorni, oltre 120 ospiti, una sessantina di incontri, due concerti e tante attività laboratoriali e di animazione in piazza, una quarantina tra volontari e studenti che hanno prestato servizio perché tutto funzionasse: il Festival della comunicazione di Padova si conclude con un bilancio positivo...
14 Giugno 2011
Sei giorni, oltre 120 ospiti, una sessantina di incontri, due concerti e tante attività laboratoriali e di animazione in piazza, una quarantina tra volontari e studenti che hanno prestato servizio perché tutto funzionasse: il Festival della comunicazione di Padova si conclude con un bilancio positivo e una stima di partecipazione che si attesta intorno ai 9100 contatti, tra presenza agli eventi e contatti informativi. Soddisfatti gli organizzatori: da padre Ampelio Crema della Società San Paolo, che avendo il polso di tutte le edizioni del Festival, ha sottolineato come quella padovana sia stata «sicuramente l’edizione più vivace e ricca di eventi e proposte», a don Gabriele Pedrina, responsabile del Servizio diocesano per la pastorale della comunicazione di Padova, che non ha dubbi: «La questione posta dal titolo del Festival, riguardante il tema dell’autenticità, ha permesso di mettere a fuoco uno sguardo inedito sul tempo che stiamo vivendo. Ma il Festival ha anche provato a dire che la Chiesa di Padova è disposta a farsi 'abitante digitale', nello spirito di collaborazione con altre realtà». E ora che cosa rimane del Festival?

Un evento itinerante ha di positivo la valorizzazione sempre nuova delle realtà locali che incontra.
L’importante è che non rimanga un seme sterile. In questo senso le opportunità che si aprono su Padova sono numerose. In primo luogo si sono attivate connessioni, prima inesistenti, tra realtà che si occupano di comunicazione che vanno mantenute e alimentate; in secondo luogo ha segnalato una presenza della Chiesa locale nella comunicazione, decisamente trasversale ai temi e qualificata.
Senza questa occasione molti avrebbero continuato i loro percorsi autonomamente, senza condivisione. Il Festival ha permesso di dare visibilità ad esperienze nuove, come ha dimostrato l’ampio interesse verso le proposte di spiritualità accompagnate da formule innovative. Perché il Festival non rimanga una fotografia ben fatta vanno colte alcune provocazioni e riproposte con formule adeguate ai contesti pastorali più locali, ponendo al centro l’uomo.