UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Padre Spadaro: nella Rete integrare il messaggio cristiano, non solo “usarla”…

“Una grande sfida”. Così padre Antonio Spadaro, gesuita, scrittore de “La Civiltà Cattolica”, commenta al SIR il tema scelto dal Papa per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale. I nuovi media al servizio della Parola”.
2 Ottobre 2009

“Una grande sfida”. Così padre Antonio Spadaro, gesuita, scrittore de “La Civiltà Cattolica”, commenta al SIR il tema scelto dal Papa per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale. I nuovi media al servizio della Parola”. Il tema è stato reso noto il 29 settembre (festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele) dalla sala stampa vaticana, accompagnato da una nota di presentazione del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. “Da tempo – afferma padre Spadaro – le nuove tecnologie informatiche e telematiche sono entrate anche nel grande campo della pastorale e dello studio sulle nuove possibilità per il ministero ecclesiale. Molti pastori e formatori già «usano» la Rete per creare occasione di incontro e di annuncio o, semplicemente, per dare pubblicità a iniziative ed eventi”. Tuttavia, sottolinea il gesuita, “il messaggio per la 44ª Giornata mondiale chiarifica che la pastorale deve confrontarsi con la Rete, non solo come «strumento» di evangelizzazione, ma innanzitutto come realtà capace di creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo”. 
“La Rete – ricorda padre Spadaro – è un «ambiente» culturale che determina uno stile di pensiero e crea nuovi territori e nuove forme di educazione, contribuendo a definire anche un modo nuovo di stimolare le intelligenze e di costruire la conoscenza e le relazioni. L’impegno nella Rete così non ha solamente lo scopo di moltiplicare l’annunzio: si tratta di un fatto più profondo, perché l’evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende anche dal suo impatto nella vita di ogni giorno”. Quindi, prosegue il gesuita, “non basta «usare» la Rete per diffondere il messaggio cristiano, ma occorre integrare il messaggio stesso nella cultura che si sviluppa in Rete”. Per padre Spadaro, “quella proposta dal Papa è una grande sfida, perché afferma che la pastorale non può prescindere dalla cultura del mondo contemporaneo, e questa cultura nasce, prima ancora che dai contenuti, dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici”. Secondo il gesuita, “scegliere come forma di evangelizzazione pure quella «digitale» significa anche riconoscere che la Rete, nelle situazioni migliori, unisce i popoli grazie alla crescita dell’integrazione sociale, mette in circolo il pensiero e le culture... Alla Chiesa offre grandi possibilità: può favorire l’incontro tra Chiesa e popoli, incrementare anche la stessa comunione ecclesiale”.

Fonte: Sir