Un evento che «per la Chiesa italiana ha segnato la presa di coscienza che esiste un variegato e dinamico popolo delle comunicazioni sociali a servizio dell’evangelizzazione», lo definisce il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali. Un appuntamento di «grande entusiasmo che ha sollecitato a interagire in profondità con un mondo in espansione», spiega il direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la comunicazioni sociali, monsignor Domenico Pompili.
Nel novembre di dieci anni fa si teneva a Roma il convegno Cei Parabole mediatiche, autentico spartiacque nel dialogo fra comunità ecclesiale e mass media. Per tre giorni (7-9 novembre) appassionati delle nuove frontiere dei linguaggi e operatori pastorali si confrontarono con esperti e studiosi, prima di abbracciare Giovanni Paolo II e ricevere dal Papa il mandato a «essere protagonisti dei cambiamenti in atto». «Per capire il significato di quell’evento, il primo nel suo genere in Italia, – afferma Giuliodori, allora alla guida dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e organizzatore del Convegno – bisogna ricordare la scelta dell’episcopato italiano che aveva dedicato il primo decennio del terzo millennio al tema Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia . È in questo contesto che ha preso corpo Parabole mediatiche , con l’intento di offrire un’occasione di incontro ai nostri operatori della comunicazione e, nello stesso tempo, per affrontare assieme le sfide poste dalle nuove tecnologie mediatiche». All’origine anche l’eredità del Convegno ecclesiale nazionale di Palermo del 1995. «Chi partecipò all’appuntamento di Roma – ricorda Pompili – si rese conto che andava definitivamente affrontata la questione del rapporto imprescindibile fra cultura e comunicazione, come era stata già definita nella grande assemblea ecclesiale». «Inoltre – aggiunge Giuliodori – in quegli anni cresceva la grande avventura della Chiesa italiana nel campo dei media nazionali che, oltre al consolidamento di Avvenire, vedeva nascere l’odierna Tv2000 (allora Sat2000 ) e il circuito radiofonico InBlu».
La partecipazione «tanto numerosa e vivace fu per tutti una piacevole sorpresa ed ebbe l’effetto di sdoganare un mondo che per moti versi sembrava essere ai margini della vita ecclesiale e, a volte, anche un po’ autoreferenziale», ricorda il vescovo di Macerata. Il frutto più importante è stato la spinta al direttorio Comunicazione e missione del 2004 che, afferma Pompili, «ha offerto un quadro di riferimento concettuale ma anche operativo di assoluta nitidezza». Da lì è scaturito «l’impegno a delineare una nuova figura nella dinamica ecclesiale: quella dell’animatore della comunicazione e della cultura».
Sulla scia di Parabole mediatiche sono arrivati altri incontri nazionali. «Il convegno Testimoni digitali – spiega Giuliodori – ha concluso nel 2010 un decennio straordinario sulla comunicazione del Vangelo consolidando i passi compiuti e ha aperto la riflessione sulle nuove tecnologie e sull’impatto che hanno nella missione della Chiesa. Testimoni digitali ha voluto ribadire la volontà della Chiesa di essere presente in queste nuove realtà, soprattutto nel mondo dei social network, ma non per pura omologazione o per rincorrere mode». Le sfide per i prossimi anni? «La Rete – dice Pompili – restituisce a tutti la possibilità di parlare, e questo cambiamento di prospettiva ci chiede di abitarla. Poi occorre passare dalla connessione alla comunione, come ha ricordato Benedetto XVI nell’omelia di Pentecoste quando ha sottolineato che il moltiplicarsi delle possibilità non è detto produca una migliore qualità relazionale. Infine c’è bisogno di investire sulle persone. Perché la tecnologica non si sostituisce all’intelligenza, alla creatività e alla generosità. Ed è compito soprattutto dei giovani portare il loro contributo nello spazio digitale così decisivo per annunciare il Vangelo all’uomo di oggi».
Nella pagina in allegato, anche un intervista ad Elisa Manna e una riflessione di Umberto Folena...