Nel loro report Bieke Zaman e Marije Nouwen passano in rassegna tutti gli studi in lingua inglese sui parental control, e concludono che la maggior parte di questi strumenti si focalizzano sulla prevenzione dei rischi e sulla restrizione dei comportamenti. Tuttavia, queste forme di mediazione da parte dei genitori hanno l’effetto collaterale di ridurre le opportunità di internet per i ragazzi iper-protetti e iper-controllati.
La protezione declinata esclusivamente nei termini di prevenzione può anzi andare a detrimento dei diritti e del benessere dei minori. Limitare certe attività online può infatti significare impedire ai ragazzi di beneficiare delle opportunità di internet per comunicare e tenersi in contatto con gli amici, trovare informazioni e acquisire nuove conoscenze. Uno spionaggio da ‘Grande Fratello’ poi, può compromettere le relazioni famigliari, e esporre altri a rischi di privacy.
Al di là del controllo ad ogni costo, le misure protettive dovrebbero contenere soluzioni che aiutino i ragazzi a sviluppare la loro resilienza dal momento che è impossibile proteggerli da ogni rischio. Le misure restrittive e di controllo da sole non sono in grado di equipaggiare i ragazzi di fronte ai rischi e ai potenziali danni.
Quanto efficaci sono i parental control?
Bieke Zaman e Marije Nouwen concludono la loro rassegna di studi sui parental control affermando “non sappiamo se funzionano davvero! Le ricerche sin qui condotte sull’uso dei parental control non ci danno una risposta definitiva sulla loro efficacia nel ridurre i rischi di internet a cui si espongono i minori.”
La questione della loro efficacia non può generare una risposta univoca: quando decidono di installare software di parental control, i genitori li integreranno in modo diverso nel mix di strategie di mediazione da loro adottato, che tende a essere complesso, dinamico e spesso paradossale. Le pratiche di mediazione messe in atto dai genitori sono sempre dipendenti dal contesto, che evolve nel tempo ( si pensi a quanto rapidamente cambi la popolarità di certe piattaforme o device) e cambia da luogo a luogo (regole meno rigide al ristorante o in auto, ad esempio). In certe situazioni, i media digitali possono fare da babysitter, in altre sono il veicolo delle relazioni genitore-figlio.
Raccomandazioni per genitori:
Raccomandazioni per l’industria:
Per maggiori informazioni:
Il report “Parental controls: advice for parents, researchers and industry” è disponibile al link: http://eprints.lse.ac.uk/65388/
Per maggiori informazioni contattare Bieke Zaman (bieke.zaman@soc.kuleuven.be) e Marije Nouwen (marije.nouwen@soc.kuleuven.be) o visitare il sito www.eukidsonline.net
Informazioni sul progetto e sulla ricerca
Il progetto EU Kids Online è stato finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea (SI-2010-TN-4201001) con l’obiettivo di fornire una solida base di dati empirici sulle esperienze d’uso di internet alle istituzioni che promuovono la sicurezza online.
Nel 2010 EU Kids Online ha somministrato un questionario “faccia a faccia” a oltre 25.000 ragazzi utenti internet tra i 9 e i 16 anni e ai loro genitori in 25 Paesi, utilizzando un questionario auto-compilato per le domande sensibili.
Attualmente, il network EU Kids Online comprende ricercatori da 33 paesi.
Per ulteriori informazioni, si veda Livingstone, S., Haddon, L., Görzig, A. e Olafsson, K. (2011). Risks and safety on the internet: the perspective of European children. Full findings. LSE, London: EU Kids Online.
Per un approfondimento sui dati italiani si veda Mascheroni, G. (a cura di) (2012), I ragazzi e la rete. La ricerca EU Kids Online e il caso Italia, La Scuola, Brescia.
Altri report e dettagli tecnici sulla ricerca sono disponibili sul sito www.eukidsonline.net
Stay in touch
EU Kids Online è ora coordinato da Uwe Hasebrink e Claudia Lampert dell’Hans Bredow Institute for Media Research, Hamburg. In Italia è coordinato da Giovanna Mascheroni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.