UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Una pastorale di strada per abitare le periferie

La missione itinerante di fra' Giuseppe Paparone, che gira in camper l'hinterland milanese per annunciare il Vangelo
2 Febbraio 2017

La missione di strada del domenicano Paparone Da tre anni vestito con il suo tradizionale abito bianco e nero il domenicano fra' Giuseppe Paparone, classe 1946 - coadiuvato da un esiguo ma molto motivato drappello di laici («26 persone dai 40 anni in su...») - ha deciso di portare l'annuncio del Vangelo e l'essenzialità del messaggio cristiano sulla strada a bordo del suo camper tra i borghi dell' hinterland milanese. Una scelta, la sua, sorta per essere alla stregua di quell'idea tanto cara a papa Francesco di "Chiesa in uscita". «La molla è stata l'immagine usata da papa Bergoglio del "pastore con l'odore delle pecore"- rivela il domenicano di origini siciliane - perché avvertivo l' importanza di uscire anche fisicamente dalle mura e dai "confini" tradizionali e "sicuri" dei normali luoghi di culto come le chiese, gli oratori.
La Costituzione apostolica Vultum Dei quaerere sulla vita contemplativa femminile di papa Francesco, risponde anche alla domanda, spesso inconsapevole, di uscita dall'angustia dello spazio individuale per un viaggio dalla duplice meta: Dio e «la terra sacra dell' altro» (Evangelii gaudium 169).
La vita monastica cristiana, modo particolare di attuazione del Battesimo (Vultum Dei quaerere1), è per i padri del deserto ricerca di vita evangelica.
È possibile una lettura della costituzione anche da una prospettiva antropologica, adatta alla globalità della vita cristiana: l'antropocentrismo teocentrico richiama la priorità di Dio nella centralità dell'umano.
La grande sfida per ogni consacrato/a è la capacità di continuare a cercare Dio «con gli occhi della fede, in un mondo che ne ignora la presenza» (Giovanni Paolo II), riproponendo all' uomo e alla donna di oggi la vita casta, povera e obbediente di Gesù... e divenendo «esegesi vivente della Parola di Dio» (Vultum Dei quaerere 2).
Vita provocatoria, nell'essenzialità della fede, accoglienza di un diverso modo di esistere. Non alternativo, il mio stesso convento, quello di Santa Maria della Grazie a Milano, per far arrivare l' annuncio del Vangelo ai lontani, avendo come riferimento l' essenziale del kerygmacristiano: cioé annunciare la vita, la morte e la risurrezione di Gesù». Una storia e una vocazione - quella di questo carismatico frate predicatore dal 1981 e con alle spalle un'importante tesi di dottorato sul pensiero del grande teologo tomista Réginald Garrigou- Lagrange - sorta dal fascino che il Vangelo ha sempre lasciato sulla sua trama di credente e di futuro presbitero. «In effetti l'idea di questa "pastorale di strada" attraverso il camper - è la confidenza - nacque quando proprio cercando un Vangelo nella centralissima libreria "Rizzoli" di New York compresi l'importanza, -proprio tenendo in mano quel piccolo e grande tesoro di sapere che è la Sacra Scrittura, scovato tra l'altro in un luogo laico -, di quanto fosse importante portare l'annuncio fuori dagli ambiti tradizionali del cattolicesimo». E rivela: «Scelsi da allora di cambiare vita e incominciai il mio nuovo cammino di iniziazione cristiana fino al mio ingresso nei domenicani a Milano ». Nel corso di questi anni fra' Paparone ha fondato nel 1997 tra l' altro la comunità Abbà (coadiuvata da un folto gruppo di laici; il cui sito è: www.comunita- abba.it) per offrire un cammino di discernimento per l' ascolto della Parola di Dio ma anche di accompagnamento consapevole ai Sacramenti principali della Chiesa cattolica. «Il percorso che proponiamo è quello di ascoltare le storie delle persone che incontriamo - è la riflessione - ma anche di offrire dei corsi delle vere "catechesi esistenziali" per i cristiani adulti. L'altra iniziativa portata avanti con successo in questi anni - oltre all' uso sapiente e mirato di internet e dei social - è stato quello di proporre un servizio di pastorale concreta di ascolto per i detenuti delle carceri di Bollate e di San Remo e per condurre così, grazie anche all' aiuto dei cappellani di questi istituti di pena, anche queste persone fragili e spesso viste come "perdute" all'essenzialità del messaggio cristiano». Padre Paparone a bordo del suo camper - capace di raggiungere tante "periferie esistenziali" di una città metropolitana complessa come Milano - ha soprattutto un sogno: arrivare ai lontani ma anche recuperare alla fede e all'essenza del messaggio di salvezza del cristianesimo tante «persone smarrite e che pensiamo perdute...». «Con il mio gruppo di laici - aggiunge - di solito posizioniamo e parcheggiamo il camper in spazi pubblici autorizzati come i mercati o le piazze principali. Lì di solito consegniamo dei Vangeli e il più delle volte - durante queste ore di sosta - sempre all'interno del camper amministro il Sacramento della Confessione a chi si accosta spesso casualmente al mia "struttura ambulante"... ». Quali i frutti maggiori di questa scuola di annuncio?
«Beh indubbiamente vedo il ritorno alla fede di tanti ma mi confronto anche con molti fedeli assidui alla vita delle nostre chiese - è la confidenza -. Ora per esempio in collaborazione con una parrocchia di Peschiera Borromeo per il periodo della Quaresima offriremo un servizio ad hoc nei sabati - proprio nelle ore di maggiore affollamento quando vengono allestiti i mercati - di ascolto e di annuncio e così cercare di innestare un "vocabolario della fede cattolica" a chi non la conosce... ».
(Filippo Rizzi)

da Avvenire del 2 febbraio 2017