Un Progetto culturale imperniato sulle quattro stagioni letterarie (narrativa, poesia, teatro e saggistica) e su quelle della vita. Quattro convegni già programmati per il 2019 dall’Arcidiocesi di Firenze, con la collaborazione della FUCI e dell’UCIIM: uno per stagione, affrontando problematiche religiose e sociali forti e riflettere sui temi della contemplazione e della bellezza.
Si parte alla Biblioteca delle Oblate sabato 26 gennaio dalle 10.30 alle 17 – in uno dei giorni dedicati alla Festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e narratori - con “Le quattro stagioni letterarie: lo scrittore allo specchio”, che idealmente continua i cinque convegni patrocinati dalla CEI svoltisi negli ultimi anni Firenze su varie tematiche di carattere religioso e letterario.
Dopo i saluti del Cardinale Giuseppe Betori, dell’assessore alle Biblioteche e Confessioni religiose Massimo Fratini e l’introduzione del coordinatore del Progetto don Vincenzo Arnone – ci sarà la prolusione dell’Arcivescovo portoghese Mons. José Tolentino Calaça de Mendonça, Direttore della Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui è nota l'opera teologica, poetica, saggistica prima presso L'Università Cattolica di Lisbona e adesso a Roma. Nella scorsa Quaresima ha predicato gli Esercizi Spirituali a Papa Francesco, ai Cardinali e Vescovi del Curia Romana.
Quindi il convegno si concentrerà su tre romanzi e tre scrittori che in modo diverso, partendo dalla loro personale esperienza, hanno costruito un viaggio poetico all'interno delle domande radicali dell'uomo: Laura Bosio con il libro Annunciazione, Davide Rondoni con il suo Gesù, un racconto sempre nuovo - e Giuseppe Lupo con Gli anni del nostro incanto.
Ognuno di loro esporrà l'origine e le motivazioni di queste tre opere; mentre autorevoli docenti universitari - Sergio Givone, Marino Biondi e Giovanni Cipriani - ne parleranno su un piano più strettamente strutturale e critico. Nel corso della giornata orchestrali del Maggio Musicale Fiorentino eseguiranno alcuni brani delle “Quattro stagioni” di Vivaldi.
(Antonio Lovascio)