Dall'
inserto speciale contenuto in Avvenire del 23 marzo 2011, vi proponiamo intanto l'editoriale scritto per l'occasione dal Direttore, Marco Tarquinio.
Avvenire e Popotus sono un padre e un figlio da manuale. Si somigliano eppure hanno tratti di irriducibile orginalità. Anche l’età (43 anni l’uno, 15 l’altro) e la stazza sono perfettamente proporzionate. E il loro rapporto – davvero esemplare – è quello di una famiglia di carta e parole che sa stare insieme con convinzione, offrendo allegria e sobrietà a se stessa e agli altri. Perché gli altri – i lettori, grandi e piccoli – nel nostro caso sono parte integrante della famiglia. Il segreto di tutto questo è il meno nascosto che ci sia, sta infatti scritto e stampato – nero su bianco – da quindici anni. E si chiama «dialogo». Sai che scoperta!, dirà qualcuno. Ma a forza di darla per scontata, questa «scoperta», in famiglia come nelle redazioni, di dialogo non ce n’è più abbastanza. E gli effetti si vedono. I giornali che vanno in edicola e scorrono in televisione sembrano sempre meno pensati e fatti in dialogo con chi li legge (e li guarda) e grazie al dialogo tra chi li scrive e li mette insieme. Popotus e Avvenire no. Loro nascono e rinascono ogni volta tenendosi ben stretto il segreto della comunicazione, che è quello di saper ascoltare oltre che di saper parlare. Così, quando dici e scrivi qualcosa, sai a chi ti rivolgi e fai di tutto per essere capito. È una bella fatica, che vale la
pena di essere fatta. Qui a fianco Dino Boffo spiega benissimo perché questo felice impegno è cominciato in modo speciale, coinvolgente e resistente sulle pagine di Popotus. Le colleghe e i colleghi che Popotus lo mandano nelle case, nelle scuole e nelle edicole due volte alla settimana (dalla prossima il martedì e il giovedì, colgo anche questa occasione per ricordarlo) lo dimostrano da quindici anni – cioè da settecentottanta settimane – con intatto entusiasmo e intelligente professionalità. Voi che ci leggete, e leggendoci imparate l’importanza di sapere e valutare le cose grandi e piccole del mondo, e leggendoci imparate la fedeltà del gesto di sfogliare un giornale e ragionarci e sorriderci su, ce ne ricompensate mille volte. Questo per chi fa il nostro mestiere è ciò che davvero conta.