UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Popotus
compie quindici anni

1996-2011: da 780 settimane l'inserto di Avvenire "Popotus" traduce l'attualità per i più piccoli. Un mondo complesso... raccontato con parole semplici e mai banali: un quotidiano in mano ai bambini, fatto su misura per loro.
23 Marzo 2011
Dall'inserto speciale contenuto in Avvenire del 23 marzo 2011, vi proponiamo intanto l'editoriale scritto per l'occasione dal Direttore, Marco Tarquinio.
 
Avvenire e Popotus sono un padre e un figlio da manuale. Si somigliano eppure hanno tratti di irriducibile orginalità. Anche l’età (43 anni l’uno, 15 l’altro) e la stazza sono perfettamente proporzionate. E il loro rapporto – davvero esemplare – è quello di una famiglia di carta e parole che sa stare insieme con convinzione, offrendo allegria e sobrietà a se stessa e agli altri. Perché gli altri – i lettori, grandi e piccoli – nel nostro caso sono parte integrante della famiglia. Il segreto di tutto questo è il meno nascosto che ci sia, sta infatti scritto e stampato – nero su bianco – da quindici anni. E si chiama «dialogo». Sai che scoperta!, dirà qualcuno. Ma a forza di darla per scontata, questa «scoperta», in famiglia come nelle redazioni, di dialogo non ce n’è più abbastanza. E gli effetti si vedono. I giornali che vanno in edicola e scorrono in televisione sembrano sempre meno pensati e fatti in dialogo con chi li legge (e li guarda) e grazie al dialogo tra chi li scrive e li mette insieme. Popotus e Avvenire no. Loro nascono e rinascono ogni volta tenendosi ben stretto il segreto della comunicazione, che è quello di saper ascoltare oltre che di saper parlare. Così, quando dici e scrivi qualcosa, sai a chi ti rivolgi e fai di tutto per essere capito. È una bella fatica, che vale la
pena di essere fatta. Qui a fianco Dino Boffo spiega benissimo perché questo felice impegno è cominciato in modo speciale, coinvolgente e resistente sulle pagine di Popotus. Le colleghe e i colleghi che Popotus lo mandano nelle case, nelle scuole e nelle edicole due volte alla settimana (dalla prossima il martedì e il giovedì, colgo anche questa occasione per ricordarlo) lo dimostrano da quindici anni – cioè da settecentottanta settimane – con intatto entusiasmo e intelligente professionalità. Voi che ci leggete, e leggendoci imparate l’importanza di sapere e valutare le cose grandi e piccole del mondo, e leggendoci imparate la fedeltà del gesto di sfogliare un giornale e ragionarci e sorriderci su, ce ne ricompensate mille volte. Questo per chi fa il nostro mestiere è ciò che davvero conta.