UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Prato: il dialogo tra genitori e figli passa anche da Facebook

Lasciati «taggare» da Dio. L’invito, che può suonare un po’ criptico ai digiuni del Web 2.0, è invece risultato azzeccato per coinvolgere i ragazzi dell’oratorio della parrocchia di San Pietro a Iolo nella diocesi di Prato...
3 Gennaio 2012
Lasciati «taggare» da Dio. L’invito, che può suonare un po’ criptico ai digiuni del Web 2.0, è invece risultato azzeccato per coinvolgere i ragazzi dell’oratorio della parrocchia di San Pietro a Iolo nella diocesi di Prato. L’idea è semplice: aprire una pagina Facebook chiamata «FaceGod» nella quale tutti giorni di Natale, dalla prima domenica d’Avvento fino all’Epifania, viene «postato» un brano di Vangelo e un piccolo commento. «Ogni anno per vivere i tempi forti in modo speciale, consegnavamo ai ragazzi un libretto di preghiere quotidiane – spiega l’amministratrice della pagina Diletta Lombardi – ma ci siamo accorti che l’idea era ormai passata. La maggior parte dei libretti restava sui comodini. Allora abbiamo preso spunto da una frase di don Bosco che dice 'amate ciò che più piace ai giovani' e abbiamo deciso di avvicinarci all’universo Facebook.

 
Quasi tutti i ragazzi dell’oratorio hanno un proprio account e lo usano quotidianamente. Dunque perché non metterci anche il Vangelo?». Nella pagina, oltre alla Parola di Dio, sono caricati video sui temi del Natale natalizi e alcune immagini. L’idea è piaciuta non solo ai ragazzi, circa 120, dai 13 ai 25 anni, che frequentano la parrocchia, ma anche ai genitori. «Grazie ai social network – dicono Marcello e Chiara D’Aloia, la giovane coppia di sposi responsabile dell’oratorio – cerchiamo di far comunicare genitori e figli sulle esperienze che vivono con noi». I due si riferiscono al blog aperto nei giorni del campo scuola organizzato nei mesi estivi. Ogni sera con foto e post, i ragazzi raccontavano lo svolgimento della vacanza parrocchiale sulle Dolomiti, dai temi di riflessione alle gite. Dopo un’escursione con arrampicata, uno dei ragazzi ha caricato una foto di una discesa in corda doppia, con sospensione nel vuoto. Un genitore ha commentato: «Ci fate rimanere di sasso!». Impressioni e immagini venivano inserite insieme a Marcello. «Decidevamo insieme cosa raccontare, questo ci è servito per rielaborare quanto avevano appena vissuto. E poi – aggiunge l’educatore – usare insieme le nuove tecnologie educa ad un uso corretto di questi strumenti. Non sempre i ragazzi hanno chiaro quale impatto possono avere i nuovi media nella loro vita».