UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Profumo di “Ogliastra”

Monsignor Antonello Mura è vescovo di Lanusei da meno di un anno. Dal 2004 coordinatore regionale del Progetto culturale della Cei, giornalista pubblicista, ha alle spalle una lunga esperienza nei media prima come caporedattore (1984) poi come direttore (2005) del giornale della diocesi di Alghero-Bosa da cui proviene, Dialogo. Appena giunto a Lanusei ha costituito l’Ufficio per le comunicazioni sociali, affidandone il coordinamento a Tonino Loddo cui ha anche conferito l’incarico di direttore del mensile diocesano L’Ogliastra, che ora ha letteralmente cambiato pelle.
3 Marzo 2015

Monsignor Antonello Mura è vescovo di Lanusei da meno di un anno. Dal 2004 coordinatore regionale del Progetto culturale della Cei, giornalista pubblicista, ha alle spalle una lunga esperienza nei media prima come caporedattore (1984) poi come direttore (2005) del giornale della diocesi di Alghero-Bosa da cui proviene, Dialogo. Appena giunto a Lanusei ha costituito l’Ufficio per le comunicazioni sociali, affidandone il coordinamento a Tonino Loddo cui ha anche conferito l’incarico di direttore del mensile diocesano L’Ogliastra, che ora ha letteralmente cambiato pelle. Dal 1° gennaio, infatti, è passato dalle 12 pagine tabloid in bianco e nero al magazine di 52 pagine a colori. Un cambiamento nel segno della continuità, come spiega Loddo: «Nella nuova veste, grafica studiata dall’art director Aurelio Candido (che firmò la rivoluzione grafica di Avvenire nel 2002, ndr), i lettori hanno trovato un’impaginazione più immediata, un taglio degli articoli più chiaro e semplice, una lettura più nitida della Parola e delle parole della Chiesa, più interazione tra testi e apparato fotografico e più attenzione al territorio. Due sole cose sono rimaste uguali: lo stile vicino ai lettori e il nostro messaggio, chiaro e forte. Oggi come ieri». I lettori hanno mostrato di gradire e gli abbonamenti sono quadruplicati dall’uscita del primo numero, inviato a tutti coloro che negli ultimi dieci anni si erano abbonati almeno una volta. A sostenere la nuova avventura un gruppo redazionale formato per i quattro quinti da donne giovani e motivate che hanno affrontato l’impegno con entusiasmo e disponibilità. È nato così un giornale che «si propone di raccontare il territorio e di cercare di interpretarlo nel suo sentimento più profondo, nella sua fede, nelle sue esigenze collettive e nelle sue aspirazioni pubbliche », dice ancora Loddo. Non un bollettino, dunque, ma un giornale vero che vuol parlare meglio a uomini e donne che hanno dentro un profondo desiderio di cambiare e una grande speranza di futuro. Un giornale che, parlando degli uomini e del territorio in cui vivono, cerca di narrare «la bellezza e la tenerezza di Dio».