UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Quando il cinema ha il volto di Cristo

27 film ispirati a Cristo: è la rassegna nazionale Gesù nostro contemporaneo – Il volto di Gesù nel cinema e nella cultura (1 aprile-15 giugno), organizzata dall’Acec in collaborazione con il Servizio per il Pro­getto Culturale e con quello per la promozione del sostegno economi­co alla Chiesa Italiana.

2 Aprile 2012
Gesù di Nazareth di Zeffirelli ac­canto a Gran Torino di Clint Eastwood, il musical Jesus Ch­rist Superstar accanto a La 25ma ora di Spike Lee. Sono questi alcuni tito­li della rassegna nazionale Gesù nostro contemporaneo – Il volto di Gesù nel cinema e nella cultura organizzato dall’Acec (Associazione Cattolica E­sercenti Cinema) in collaborazione con il Servizio nazionale per il Pro­getto Culturale e con il Servizio per la promozione del sostegno economi­co alla Chiesa Italiana della Cei. La manifestazione, come spiega il se­gretario generale dell’Acec Francesco Giraldo, coinvolgerà, dal 1° aprile al 15 giu­gno, una cinquantina di sale della co­munità in tutta Italia con un cartello­ne di 27 film ispirati a Cristo.

Dottor Giraldo, per l’ottavo anno A­cec e Cei offrono uno spunto di ri­flessione sui grandi temi della vita at­traverso il cinema.
È importante ritrovare e riconoscere i segni della presenza divina nella cul­tura di oggi, soprattutto in un mo­mento di crisi globale. Questa non è un’operazione archeologica. Al con­trario, è la dimostrazione della mo­dernità del cristianesimo presente nella nostra cultura da più di duemi­la anni e che ancora oggi ne influen­za consistentemente la produzione artistica.

Le sale coinvolte sono distribuite ca­pillarmente in tutta Italia, ma man­ca, ad esempio, una piazza impor­tante come Milano. Come mai?
La diocesi di Milano è presente, anche se non con il capoluogo lombardo. O­gni anno abbiamo una rotazione del­le sale. Quest’anno erano in più di 200 a chiedere di aderire all’iniziativa: per motivi economici, purtroppo ne ab­biamo potute accontentare solo 50. Fra le città principali figurano Berga­mo, Brescia, Bologna, Ferrara, Geno­va, La Spezia, Verona, Padova, Firen­ze, Bari, Foggia, e Nuoro. La richiesta di parlare di temi alti è viva.

A chi si rivolge l’iniziativa?
A volte i cattolici tendono ad essere troppo autoreferenziali, mentre que­sto tipo di iniziative legate allo spet­tacolo e alla cultura si aprono a un pubblico più eterogeneo. Lo stesso succede con I teatri del Sacro orga­nizzato da Federgat. Si gioca su quel terreno libero dove il dibattito è apri­bile. Ed anche le sale sono molto li­bere. Noi indichiamo una serie di film e le sale scelgono le pellicole che pre­feriscono e organizzano dibattiti e spettacoli.

Avete proposto ben 27 titoli, alcuni anche spiazzanti come «L’ultima ten­tazione di Cristo» di Martin Scorse­se che fece molto discutere. Qual è il criterio della selezione?
Proprio questo esempio, dimostra l’a­pertura e la libertà del dibattito. Scor­sese è cattolico e nel film non rinne­ga la divinità del Cristo, indagandone però piuttosto l’aspetto umano. Ab­biamo selezionato sia pellicole su Ge­sù come Intolerance di Griffith, sia pel­licole su temi cristologici come Gran Torino di Clint Eastwood o The tree of life di Malick.

Il cinema di questi anni come tratta il sacro?
Il cinema di oggi si nutre a piene ma­ni dei temi cristiani. Da Habemus Pa­pam di Moretti, che presenta anche certe difficoltà, a quelli da noi scelti come Sette opere di misericordia dei fratelli De Serio o Io sono con te di Gui­do Chiesa e La Passione di Carlo Maz­zacurati. Tutti film che presentano un grande elemento di speranza che la fede può riportare nel mondo.

Per la distribuzione di certi film le sa­le della comunità possono risultare strategiche?
Certo, proponendo cinema di gran­de qualità spesso snobbato dai mul­tiplex. Ora proponiamo un’altra ini­ziativa: la possibilità dal 13 aprile, per le sale della comunità, di avere ad un prezzo convenientissimo una grande opera pressoché in contemporanea con i grandi cinema, I colori della Pas­sione di Lech Majewski, ispirato a La salita al Calvario di Breugel con Rut­ger Hauer e Charlotte Rampling.