UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Quell'urlo che viene dal web
incomprimibile
nei vecchi schemi

Si fa presto a dire 'potenza del web!': secondo il Digital Agenda Scoreboard della Ue 2011, l’Italia occupa il primo posto nella classifica dei Paesi con il più alto tasso di popolazione che non ha mai usato la rete (41%!). Le abitazioni connesse con banda larga sono la metà di quelle della media europea.
20 Giugno 2011
Tra le decine di clip ironiche e irriverenti pubblicate sui social network per commentare i risultati dei referendum, ce ne sono pure diverse alquanto dotte. Brani dell’Inno alla Gioia di Beethoven o dell’Hallelujah di Haendel: ma lo spezzone di cinema più diffuso è la famosa scena di Quinto Potere in cui Peter Finch, nelle vesti di conduttore di uno show televisivo, invita tutti i telespettatori ad andare alla finestra e urlare «Sono incavolato nero, e tutto questo non lo accetterò più». Probabilmente questa è la clip che meglio interpreta il sentimento che ha animato e anima il popolo del web, su cui ora si sta scatenando un profluvio di commenti, data la facilità di cogliere i segnali forti. Poiché proprio da queste pagine ne abbiamo parlato quando invece il segnale era ancora debole, proviamo a fare una ulteriore analisi un po’ più approfondita.

 
Il significato e la portata della seconda 'sberla' dovrebbero far capire a chi l’ha presa che non bastano un po’ di cosmesi né tantomeno (anzi!) le presenze televisive dei parlamentari più aggressivi e spocchiosi, spesso al limite dell’impudenza nel minimizzare quanto è avvenuto. Ma occorre mettere in fila un po’ di dati per capire meglio. È assai evidente che è stato fatto di tutto per impedire il raggiungimento del quorum: vietato l’accorpamento in un solo election day (con dispendio di denaro pubblico), impedito di fatto i doverosi approfondimenti sui temi in discussione, libertà di coscienza concessa ma con l’accompagnamento di autorevoli inviti a non votare… eccetera. Per cui è scattato un meccanismo molto noto ai bambini: vietategli di vedere qualcosa, e faranno di tutto per scoprire di che si tratta e vederlo. Trattandosi poi di adulti, immersi in un clima di insoddisfazione che l’urlo di Peter Finch ben rappresenta, in larga parte sono andati a votare quattro sì anche a prescindere dal merito. Mi pare sia stato il governatore Formigoni (il più attento nel cercare di comprendere le conseguenze delle due sberle) a dire: «Avrebbero votato qualsiasi cosa pur di mandarci il loro segnale di scontento».
Ma si fa presto a dire 'potenza del web!': secondo il Digital Agenda Scoreboard della Ue 2011, l’Italia occupa il primo posto nella poco onorevole classifica dei Paesi con il più alto tasso di popolazione che non ha mai usato la rete (41%!). Nei dati diffusi nella relazione annuale dell’Agcom, si legge inoltre che le abitazioni connesse con banda larga sono la metà di quelle della media europea.
Tutto questo significa che se la diffusione di un mezzo è limitata, per raggiungere tali vette di condivisione i messaggi circolati dovevano avere una potenza intrinseca molto forte. Potenza certamente aumentata dalla censura sugli argomenti in gioco, dalle furbizie legislative prese come un raggiro per cui, probabilmente, si è votato più per dare un segnale di ribellione che entrando davvero nel merito. E poi non basta un movimento virtuale a muovere così grandi forze, proprio in un ambiente dove sono all’ordine del giorno gli imbrogli presto smascherati come quello della finta blogger omosessuale siriana Amina Arraf (nella realtà l’eterosessuale sposato Tom MacMaster) o di Paula Brooks, animatrice del sito lesbo 'Lez Get Real' (in realtà il pensionato dell’Ohio Bill Graber).
Occorre che il gruppo virtuale sia collegato con le persone e i gruppi reali: in questo senso il piccolo popolo del web ha funzionato da innesco per una polvere pirica che era sparsa dappertutto, nelle famiglie, sui luoghi di lavoro, nei gruppi organizzati. Viene quindi da chiedere dov’erano i Circoli della libertà, dov’erano le forze del centrodestra, visto che molti elettori dell’attuale maggioranza hanno votato per i referendum… Forse era meglio si impegnassero a discutere le ragioni del no, invece di astenersi e basta… L’ultima osservazione è per quanti pensano di impadronirsi dell’energia sprigionatasi grazie ai più giovani e meno giovani abitanti del web per imbrigliarla politicamente: la richiesta è di un cambiamento, quindi farei molta attenzione ai vecchi riti e alle minestre riscaldate, pena cocenti delusioni da parte di chi ha deciso di «non accettarle più».