UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ragazzi e smartphone… risorse e rischi

Il progetto "Net Children Go Mobile" presenta un nuovo report, basato su interviste e focus group con ragazzi di 9-16 anni, genitori, insegnanti e educatori in nove paesi europei: i device mobili come tablet e, soprattutto, smartphone, hanno l'effetto di potenziare le esperienze online dei ragazzi, nel bene e nel male...
 
30 Ottobre 2014

I device mobili come tablet e, soprattutto, smartphone, hanno l'effetto di potenziare le esperienze online dei ragazzi, nel bene e nel male. Nonostante genitori e insegnanti impongano regole che ne limitano l'utilizzo, i ragazzi sono entusiasti dei media mobili: è più facile comunicare con gli altri, cercare informazioni in tempo reale, e seguire i propri interessi online.
Ma ci sono anche degli effetti collaterali. Così, mentre si sentono più socievoli e più connessi ai loro amici, i ragazzi si dicono anche infastiditi dalla pressione a essere sempre raggiungibili e dalla distrazione continua delle notifiche. Qualcuno si difende lasciando il cellulare in un'altra stanza finché non sono finiti i compiti. Ma anche questa soluzione ha conseguenze negative.
“Essere disconnessi è un'esperienza negativa tanto quanto la sensazione di dover essere sempre connessi”, spiega Giovanna Mascheroni, ricercatrice OssCom - Centro di ricerca sui Media e la Comunicazione dell'Università Cattolica di Milano e coordinatrice del progetto. Ad esempio, Giuliana e le sue amiche (13 anni), si sentono escluse dalle interazioni faccia a faccia quando non riescono a tenere il passo con tutti i messaggi che arrivano nel gruppo della classe su WhatsApp: “quando entri ti trovi un sacco di messaggi, magari sono interessanti e, però non c'hai voglia di leggerli, e poi magari il giorno dopo in classe ne parlano e tu non ne sai niente.
Altri sono molto critici rispetto ai coetanei che hanno sempre il telefono in mano, anche quando sono fuori con gli amici. “Prima ero uno molto attaccato a Facebook, poi dopo un po’ ho capito che… cioè, vedo gli
amici, che stanno tutto il tempo attaccati a Facebook. Escono magari in compagnia e li vedi attaccati al cellulare. Mica è la vita reale quella. Alla fine un po’ è brutto fare così”, racconta Fabio, 16 anni.
Per quanto riguarda i rischi, la comunicazione mobile sembra intensificare e riproporre, in nuove forme, alcuni rischi già tipici di internet. Conflitti, litigi e incomprensioni sono associati alla possibilità di mandare
messaggi gratuitamente, e al meccanismo di notifica delle app di messaggistica e dei servizi di social network. Fabrizio, papà di una bambina di quinta elementare racconta: “alla mia [figlia] è capitato che con
WhatsApp è andata oltre e quindi ha perso, e quindi è entrata in conflitto con delle amiche, per scemate fondamentalmente, che, se invece di messaggiare e scrivere avesse parlato faccia a faccia, probabilmente
avrebbe ricomposto prima di litigarci e perdere l'amicizia.” Bullismo e esclusione continuano a essere la principale esperienza negativa per i ragazzi, e la prima fonte di preoccupazione per gli stessi genitori:
avevo un’amica con cui ero molto, molto amica solo che, tipo, io per un po’ non riuscivo più a entrare su WhatsApp, perché me lo disinstallava di continuo, e glielo dicevo, perché ci dicevamo tutto. E su questo gruppo
lei parlava male di me. Poi quando sono riuscita a rientrare, all'inizio non gliel'ho detto per fargli una sorpresa, cose così, poi però sono andata a leggermi tutti i messaggi e alla fine non ci vediamo più adesso.” (Marina, 12 anni)
"L'esclusione, l'esclusione amplificata in questo modo a me preoccupa. [...] L'esclusione è sempre una cosa molto più subdola e può essere anche che un genitore non se ne accorga: che ci sia o meno tuo figlio in un
gruppo di WhatsApp cosa ne sai. Può saperlo lui ma magari tu non arrivi neanche a saperlo.” (Monica, mamma di due figli di 10 e 12 anni)
Fra i rischi nuovi, i ragazzi si lamentano soprattutto dei servizi a pagamento gli acquisti “in -app”, e della possibile perdita o furto di telefoni costosi. In sintesi, quindi, l'accesso ai media mobili significa più cose a cui
fare attenzione, più rischi da prevenire e gestire sia per i ragazzi che per gli adulti.

Per maggiori informazioni:
Il progetto Net Children Go Mobile è co-finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea per indagare, attraverso metodi quantitativi e qualitativi, se le mutate condizioni di accesso e uso di internet
aumentino o riducano i rischi che i ragazzi incontrano online, o li espongano a nuove esperienze rischiose. Durante la fase qualitativa della ricerca (da dicembre 2013 a luglio 2014) sono stati condotti 55 focus group
(N = 219) e 107 interviste (N = 108) con ragazzi di 9-16 anni, e 40 focus group (N = 180) e 44 interviste (N = 50) con adulti (genitori, insegnanti e educatori) in nove paesi europei.
I paesi partecipanti sono: Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito, Romania, e Spagna.
Il report European children and their carers’ understanding of use, risks and safety issues relating to convergent mobile media è online all'indirizzo http://www.netchildrengomobile.eu/reports/

Per maggiori informazioni si può contattare Giovanna Mascheroni:
giovanna.mascheroni@unicatt.it