UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Religion Today: la via del dialogo

Tre giorni di proiezioni e incontri per comprendere che il cammino verso la pace può passare anche attraverso il cinema. Dopo aver toccato diverse città d'Italia tra cui Trento, Bolzano e Ferrara, l'XI edizione della rassegna cinematografica "Religion Today Filmfestival" ha fatto tappa a Roma, dal 24 al 26 ottobre, nella sede della Facoltà di scienze della comunicazione sociale (Fsc) dell'Università Pontificia Salesiana (Ups).
4 Novembre 2008

Tre giorni di proiezioni e incontri per comprendere che il cammino verso la pace può passare anche attraverso il cinema. Dopo aver toccato diverse città d'Italia tra cui Trento, Bolzano e Ferrara, l'XI edizione della rassegna cinematografica "Religion Today Filmfestival" ha fatto tappa a Roma, dal 24 al 26 ottobre, nella sede della Facoltà di scienze della comunicazione sociale (Fsc) dell'Università Pontificia Salesiana (Ups). Nel saluto di apertura don Mario Toso, rettore dell'Ups, ha ricordato che "il cinema può contribuire non poco ad illustrare e a far vivere l'esperienza religiosa quale sorgente di pace sociale" e "non va considerato soltanto come mezzo espressivo che documenta, parla, approfondisce con il proprio linguaggio il rapporto tra religione e pace ma esso stesso può essere luogo di incontro e colloquio, ambiente in cui si vive e si attua il dialogo tra religione e vita politica per credenti di differenti fedi" alla ricerca di "vie concrete di promozione di una cultura di pace".
La prima giornata è stata dedicata alla cinematografia religiosa iraniana ("Un pezzo di paradiso" di Ali Vazirian Sani e "Andiamo, tutti dormono" di Zhoreh Zamani) e a quella islamica ("La contemplazione dei giorni" di Chris Delville). "Il cinema è uno specchio multidimensionale che non riflette solo corpi e volti ma la parte più intima dell'uomo - ha spiegato Zhoreh Zamani - e attraverso il cinema l'uomo può dare forma al suo futuro". Mentre lo Sheikh Abdul Aziz Bukhari, leader mondiale dei sufi Naqshabandi, ha sottolineato: "Il cinema è un punto di incontro e può portare le diverse religioni sulla via del dialogo. È un vento che ci porta a vedere altri luoghi del mondo, diversi dai nostri, e ci presenta le difficoltà degli altri facendoci così apprezzare di più quello che abbiamo e facciamo".