UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Religiose a lezione di internet

Sei mesi di lezioni al "Regina Apostolorum" di Roma per insegnare alle suore un approccio positivo alla Rete. La sfida: aiutare le congregazioni femminili a fare dei "new media" risorse preziose per l'annuncio e il dialogo nella società d'oggi.
9 Dicembre 2010
Confrontarsi con blog e social network per conoscerne op­portunità e rischi, senza pre­giudizi o tabù aprioristici riguardanti l’uso della rete: è l’approccio positi­vo verso Internet che ha mosso reli­giose di diverse congregazioni a fre­quentare il corso «La suora nell’e­poca digitale». Promosso dall’Istitu­to superiore di scienze religiose del­l’Ateneo Pontificio Regina Aposto­lorum, l’originale ciclo di lezioni, i­niziato a novembre, si concluderà il 20 gennaio 2011 ed è nato proprio intercettando una domanda delle madri generali di molte congrega­zioni, desiderose di conoscere i lin­guaggi comunicativi delle nuove ge­nerazioni. Circa una trentina le i­scritte, in prevalenza giovani e ita­liane.
«Le superiore ci hanno espresso la necessità di trovare una forma per esprimere e tradurre in modo com­prensibile ai giovani il loro carisma nell’oggi», riferisce Laura Salvo, psi­cologa e docente del corso. I conte­nuti ci sono, ovviamente: si tratta di selezionarli e renderli fruibili con i nuovi media tanto cliccati «per in­carnare il messaggio nell’oggi», sot­tolinea Germán Sánchez, consacra­to del movimento Regnum Christi e responsabile del corso, che fa nota­re come l’aggiornamento su com­petenze da «internauta» vengono ri­chieste anche da alcuni monasteri di clausura. «Molte religiose sono un po’ autodidatte, ma manca una co­noscenza di tutti i mezzi di comuni­cazione, compresi i giornali online, le web-tv e le web-radio», osserva Sánchez.
Qual è il polso, dunque, dell’uso di Internet da parte delle religiose? «Più giovani ci sono nelle comunità e più queste sono aggiornate e aperte», fa notare la dottoressa Salvo, eviden­ziando che il cambiamento di men­talità è legato anche «all’età delle re­ligiose e alla relativa capacità di ap­prendimento, che indubbiamente diminuisce nelle fasce anziane, più resistenti al cambiamento e alle no­vità ». Attraverso le lezioni, si punta a un uso «intelligente di questi stru­menti, di dialogo con il mondo e­sterno », senza sottovalutare «ecces­si di connessione e pericoli in alcu­ni siti, ma non chiudendo gli occhi sulle enormi potenzialità di Inter­net ». Tra le religiose – alcune hanno chiesto corsi intensivi all’interno delle proprie comunità – resta però «la preoccupazione per un abuso di questi mezzi. Ma in molte congregazioni c’è ormai u­na suora preposta a seguire il sito, a leggere la posta e­lettronica e a rispondere al­le persone che inviano del­le domande; le e-mail pos­sono essere un primo con­tatto: si chiede, si risponde, si crea una certa curiosità».
In effetti, fra le religiose il sal­to generazionale si avverte: molti istituti si trovano con nuove vocazioni, a volte straniere, e tante ultracinquantenni estranee al web, che ai tempi della lo­ro formazione ancora non esisteva. Tuttavia, occorre smentire la conce­zione di «suora che nell’immagina­rio collettivo vive isolata dal mondo – osserva la psicologa –. C’è un’esi­stenza attiva dietro un abito, da far conoscere anche tramite i media, da utilizzare conoscendone bene i mec­canismi e senza farsi fagocitare. Non si può uscire dal tempo che viviamo: bisogna trovare un giusto equilibrio, bandendo le dipendenze nell’uso dei mezzi».
La rete, insomma, è un’opportunità ulteriore per dire che «il cuore della consacrata non è diverso da quello di ogni donna, pur vivendo una vo­cazione particolare con esperienze diverse da quelle di una moglie e di una madre – puntualizza la dotto­ressa Salvo –. Pur custodendo la pro­pria chiamata con attenzione e ri­spetto, si può arrivare agli altri u­sando come strumenti vocazionali i nuovi mezzi che le tecnologie ci met­tono a disposizione». Il loro «uso co­struttivo – assicura Sánchez – può dare ottimi frutti, avvicinandoli con un criterio evangelico».