Confrontarsi con blog e social network per conoscerne opportunità e rischi, senza pregiudizi o tabù aprioristici riguardanti l’uso della rete: è l’approccio positivo verso Internet che ha mosso religiose di diverse congregazioni a frequentare il corso «La suora nell’epoca digitale». Promosso dall’Istituto superiore di scienze religiose dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, l’originale ciclo di lezioni, iniziato a novembre, si concluderà il 20 gennaio 2011 ed è nato proprio intercettando una domanda delle madri generali di molte congregazioni, desiderose di conoscere i linguaggi comunicativi delle nuove generazioni. Circa una trentina le iscritte, in prevalenza giovani e italiane.
«Le superiore ci hanno espresso la necessità di trovare una forma per esprimere e tradurre in modo comprensibile ai giovani il loro carisma nell’oggi», riferisce Laura Salvo, psicologa e docente del corso. I contenuti ci sono, ovviamente: si tratta di selezionarli e renderli fruibili con i nuovi media tanto cliccati «per incarnare il messaggio nell’oggi», sottolinea Germán Sánchez, consacrato del movimento Regnum Christi e responsabile del corso, che fa notare come l’aggiornamento su competenze da «internauta» vengono richieste anche da alcuni monasteri di clausura. «Molte religiose sono un po’ autodidatte, ma manca una conoscenza di tutti i mezzi di comunicazione, compresi i giornali online, le web-tv e le web-radio», osserva Sánchez.
Qual è il polso, dunque, dell’uso di Internet da parte delle religiose? «Più giovani ci sono nelle comunità e più queste sono aggiornate e aperte», fa notare la dottoressa Salvo, evidenziando che il cambiamento di mentalità è legato anche «all’età delle religiose e alla relativa capacità di apprendimento, che indubbiamente diminuisce nelle fasce anziane, più resistenti al cambiamento e alle novità ». Attraverso le lezioni, si punta a un uso «intelligente di questi strumenti, di dialogo con il mondo esterno », senza sottovalutare «eccessi di connessione e pericoli in alcuni siti, ma non chiudendo gli occhi sulle enormi potenzialità di Internet ». Tra le religiose – alcune hanno chiesto corsi intensivi all’interno delle proprie comunità – resta però «la preoccupazione per un abuso di questi mezzi. Ma in molte congregazioni c’è ormai una suora preposta a seguire il sito, a leggere la posta elettronica e a rispondere alle persone che inviano delle domande; le e-mail possono essere un primo contatto: si chiede, si risponde, si crea una certa curiosità».
In effetti, fra le religiose il salto generazionale si avverte: molti istituti si trovano con nuove vocazioni, a volte straniere, e tante ultracinquantenni estranee al web, che ai tempi della loro formazione ancora non esisteva. Tuttavia, occorre smentire la concezione di «suora che nell’immaginario collettivo vive isolata dal mondo – osserva la psicologa –. C’è un’esistenza attiva dietro un abito, da far conoscere anche tramite i media, da utilizzare conoscendone bene i meccanismi e senza farsi fagocitare. Non si può uscire dal tempo che viviamo: bisogna trovare un giusto equilibrio, bandendo le dipendenze nell’uso dei mezzi».
La rete, insomma, è un’opportunità ulteriore per dire che «il cuore della consacrata non è diverso da quello di ogni donna, pur vivendo una vocazione particolare con esperienze diverse da quelle di una moglie e di una madre – puntualizza la dottoressa Salvo –. Pur custodendo la propria chiamata con attenzione e rispetto, si può arrivare agli altri usando come strumenti vocazionali i nuovi mezzi che le tecnologie ci mettono a disposizione». Il loro «uso costruttivo – assicura Sánchez – può dare ottimi frutti, avvicinandoli con un criterio evangelico».