Un’opportunità preziosa per verificare quanto il cammino pastorale riesca a mettere in grado le persone di affrontare e non subire la cultura mediatica dei nostri tempi, caratterizzata dall’utilizzo crescente di nuovi strumenti. La 47ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domenica – com’è ormai consuetudine nella solennità dell’Ascensione – rappresenta un importante momento di riflessione e di approfondimento anche per le parrocchie. Il tema di quest’anno («Reti sociali: porte di verità e di fede, nuovi spazi di evangelizzazione ») per contenuti e per rilevanza può essere utile a migliorare e rendere più efficaci le diverse attività svolte dalle parrocchie, chiamate a essere protagoniste nella sfida di comunicare anche attraverso il Web. «Oggi non è possibile evangelizzare in profondità e raggiungere le tante persone che vivono quotidianamente immerse nel mondo della Rete senza veicolare l’annuncio del Vangelo attraverso i nuovi media e, in modo particolare, i social network – spiega il vescovo monsignor Claudio Giuliodori, oggi assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica –. Questo compito esige l’acquisizione di competenze, la sensibilizzazione delle comunità e la valorizzazione di coloro che in questo campo hanno mostrato di possedere spiccate attitudini, come chi opera all’interno del Copercom e gli animatori della comunicazione e della cultura». L’attenzione delle comunità ecclesiali ai temi e agli strumenti della comunicazione è cresciuta nel corso degli ultimi anni: «Molte parrocchie coltivano la vita di comunione e l’attività missionaria anche attraverso gli sms, i siti Internet e le newsletter – aggiunge Giuliodori –. Ormai è raro trovare una comunità che non abbia almeno una testimonianza della sua attività in Rete».
L’impegno di 'abitare' gli ambienti digitali, comunque, non va interpretato come la necessità di rincorrere una moda, ma come un’occasione per dare nuovo slancio all’attività pastorale: «Una parrocchia può utilizzare i social network o le pagine Internet sia per interagire e dialogare con i più giovani anche quando non si trovano fisicamente nei locali della parrocchia sia per informare sugli eventi in programma – sottolinea Francesco Zanotti , presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) –. Ciò non significa snaturarsi o svilire il messaggio da diffondere, che nella sostanza resta invariato, ma dimostrare di avere il coraggio e la forza di trasformare queste piazze virtuali in veri e propri luoghi di testimonianza e di annuncio».
Nella Giornata mondiale le parrocchie sono invitate a riflettere sull’importanza di mantenere, soprattutto con le nuove generazioni, un legame nel quotidiano: «Dopo gli incontri di catechismo o quelli in preparazione alla Cresima il dialogo con i giovani può proseguire online, grazie alle possibilità di comunicazione offerte da Internet – suggerisce don Giampiero Cinelli, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali di Ascoli Piceno –. Per il mese di giugno, proprio sulla scia del tema scelto per la Giornata di quest’anno, stiamo organizzando un approfondimento per analizzare il cambiamento avvenuto nel linguaggio dell’informazione con l’avvento dei social media. All’evento, rivolto ai ragazzi che frequentano le scuole medie e superiori, parteciperanno alcuni esperti». L’uso del Web e delle nuove tecnologie non deve però distogliere da contenuti e bisogni più urgenti: «Al centro di questa Giornata ci devono essere anzitutto le parole 'relazione' e 'dialogo' – sottolinea Enzo Quarto , responsabile dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Puglia –. Aggiungerei anche l’importanza dello stupore, che non deve mai mancare sia nelle comunicazioni sociali sia nell’attività delle parrocchie».