UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Ricerca su media e minori: la famiglia “scudo” rispetto ai problemi

La famiglia “fa da scudo” e i genitori cercano di proteggere i figli dalle conseguenze della crisi economica, anche quando questa pone “problemi gravi”. Il dato emerge dall’indagine “Minori, mass media e crisi economica” presentata il 21 ottobre a Firenze e realizzata dal Centro studi minori e media, in collaborazione con l’ateneo del capoluogo toscano.
21 Ottobre 2009

La famiglia “fa da scudo” e i genitori cercano di proteggere i figli dalle conseguenze della crisi economica, anche quando questa pone “problemi gravi”. Il dato emerge dall’indagine “Minori, mass media e crisi economica” presentata il 21 ottobre a Firenze e realizzata dal Centro studi minori e media, in collaborazione con l’ateneo del capoluogo toscano. “In questa quarta ricerca (nelle precedenti edizioni si è parlato di videogiochi, telefonia mobile, cultura politica, ndr) su temi attinenti il rapporto dei minori con i media – spiega la presidente del Centro, Laura Sturiale – abbiamo scelto di affrontare la crisi perché è l’«argomento del giorno». Volevano verificare qual è la percezione dei giovani, come vedono il ripercuotersi della crisi in famiglia e se è cambiato il loro stile di vita”. L’indagine ha coinvolto 1.235 ragazzi e ragazze di 17 scuole medie superiori in 9 regioni italiane. Sebbene la quasi totalità delle famiglie segua le notizie sulla crisi economica (e il 73,3% con regolarità), solo la metà dei genitori “cerca di coinvolgere i figli, di responsabilizzarli sui problemi che la crisi economica pone alla famiglia”. E questo nonostante le difficoltà - che si manifestano in una riduzione di viaggi e vacanze, pasti fuori casa, acquisto di vestiti e oggetti elettronici – interessino il 60% delle famiglie.  “Solo il 6% dei giovani ha dichiarato di aver avuto un grosso cambiamento nel proprio stile di vita”, osservano i curatori della ricerca Alberto Marradi, Barbata Saracino e Livia Tosi. Mutamento che è comunque limitato al 30% di coloro le cui famiglie a motivo della crisi hanno “problemi gravi”. La ripartizione territoriale mostra che ad essere maggiormente colpito è il Sud. Ma come s’informano i giovani, e con chi parlano della crisi? Qui, secondo gli esperti, si trova il dato più originale dell’indagine. Il canale d’informazione privilegiato è la tv (75%), mentre i giornali si fermano al 9% (di cui un 4% riguarda la free press) e internet al 7%. “Interlocutori privilegiati” su tale argomento sono i genitori e gli insegnanti. Per i giovani intervistati, le principali cause della crisi sono “l’evasione fiscale”, “la presenza di paradisi fiscali” e “l’assenza di regole e organismi di controllo”. Responsabili, invece, sono governi, banche e multinazionali. “L’aumento del divario tra ricchi e poveri” sarà la conseguenza maggiore di questa crisi, ma, guardando al futuro, vi è pure un 14% di studenti convinto che la vita migliorerà perché “la gente tornerà a dare importanza alle cose essenziali”. Infine, sostegno alle famiglie, a quanti perdono il lavoro e alle imprese sono le misure che, in questo frangente, i giovani chiedono al governo.