UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Roma: così la parrocchia fa cultura

La parrocchia deve uscire dai proprio confini e coinvolgere i giovani anche su temi di carattere culturale. A Roma, nella comunità della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo ne sono tutti convinti: le attività pastorali non possono prescindere da quelle culturali e della comunicazione.
29 Marzo 2011
La parrocchia deve uscire dai proprio confini e coinvolgere i giovani anche su temi di carattere culturale. A Roma, nella comunità della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, al quartiere Appio Latino, ne sono tutti convinti: le attività pastorali non possono prescindere da quelle culturali e della comunicazione. E quindi dal dialogo. Ecco che allora, anche quest’anno per la Quaresima, hanno organizzato cinque incontri sul tema «Vi annuncio una gioia che nessuno potrà togliervi». Ospite di martedì 29 marzo alle ore 19 il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, invitato a spiegare come «Leggere oggi i segni dei tempi». I protagonisti dei primi due appuntamenti sono stati Maria Bonafede, presidente della Tavola Valdese, e don Andrea Gallo. «Si tratta di un ciclo di incontri a più voci. Nella stessa Chiesa
uno compensa e ridimensiona l’altro», spiega il parroco, monsignor Pietro Sigurani, che della cultura ha fatto una specie di cavallo di battaglia. A partire dal dialogo ecumenico. «Con ortodossi, luterani svedesi e valdesi – spiega –, trattiamo varie tematiche per capire quali sono i punti di unione e dove questa sintonia deve ancora camminare». Poi si punta a promuovere la «dimensione interreligiosa», con l’Islam in testa. «Oggi le parrocchie – afferma il parroco – non possono più vivere nel proprio ambito ristretto. La stessa evangelizzazione deve diventare opera, perché altrimenti la liturgia senza carità è teatro». La parrocchia gestisce 39 centri di accoglienza, 4 nidi per l’infanzia, un centro per ragazze madri. Dà da mangiare ogni settimana a oltre mille persone; attraverso il campus universitario Giovanni XXIII sostiene 150 studenti stranieri. E in tutte queste strutture, carità e dialogo vanno sempre di pari passo: oltre all’assistenza dei più fragili, infatti, si organizzano incontri «per ascoltare e capire chi soffre». A portare avanti le iniziative i numerosi volontari. Alcuni di loro per fare cultura hanno costituito l’associazione «Pensiero meticcio». «Bisogna occuparsi anche di tematiche di attualità soprattutto con le nuove generazioni – sottolinea Giuseppe Taffon, del consiglio pastorale –. È importante interessare i giovani sul piano della cultura. E nelle nostre iniziative abbiamo anche voluto mettere un accento sui temi della politica».