Con il web se la cavano già abbastanza. Qualcuno fa l’informatico pure per mestiere. Tanti, poi, un sito lo stanno per creare. Perché ormai se «non stai su Internet non esisti!», commentano con ironia. Ma il vero problema a questo punto è: cosa è meglio metterci dentro? Idee chiare ma tanta curiosità e dubbi da sciogliere tra gli oltre cento partecipanti che il 10 febbraio scorso a Roma si sono presentati per il primo dei sei incontri del corso di formazione «Nuovi media e parrocchia: da comunicatori nell’era digitale». A organizzarlo l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali con il Servizio diocesano di pastorale giovanile, Avvenire - Progetto Portaparola, Azione cattolica di Roma e Unione stampa cattolica italiana (Ucsi) del Lazio. Il primo appuntamento, cui sono intervenuti Angelo Zema, incaricato dell’ufficio diocesano Comunicazioni sociali, monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano e la giornalista Paola Springhetti, del direttivo nazionale Ucsi, era incentrato sul tema: 'Le parole per annunciare la Parola'. «È una questione fondamentale per la trasmissione della fede – commenta Nives Cusimano, 38 anni, della parrocchia di Santa Maria Maddalena dei Pazzi –. La comunicazione viene utilizzata velocemente. In molti usano i social network. Perché non utilizzare il web per annunciare la Parola?». «Sì. Bisogna incidere culturalmente, proporre un’identità culturale», aggiunge poi Pino Alette, 44 anni, informatico, di Italia Solidale. Antonio Di Bartolo, 48 anni, è un animatore del sito web di Santa Maria Regina Mundi. «Raccontiamo le notizie della parrocchia, della Chiesa, del territorio. La nostra mailing list ha 200 contatti », dice soddisfatto. «Oggi siamo qui per acquisire nuove competenze», gli fa eco Natasha Buonocore. 41 anni, webmaster, ha curato il sito della parrocchia di Santa Caterina da Siena. Accanto a lei, Giuseppe Pagano, 40 anni, informatico. «Mi occupo del sito della fondazione 'Il dono della vita' – spiega –. Voglio però capire come posso migliorarlo». Tanti gli studenti universitari. Arrivano in gruppo. Barbara De Bonis, 27 anni, è un’educatrice dell’Ac della parrocchia di Sant’Ugo. Assieme a lei Fabio Lamantea, 25 anni. «Vogliamo creare il sito dell’Azione Cattolica parrocchiale – raccontano –. Vogliamo far conoscere le nostre attività. Abbiamo già comprato il dominio!».