Il Centro aiuto alla vita di Roma 'chiama' Avvenire. Oggi «bisogna esser preparati ad accogliere le mamme, ma anche a saper rispondere alle domande più difficili di bioetica» , spiega il presidente Giorgio Gibertini, e così «abbiamo deciso di fare un abbonamento a tutti i membri del direttivo. Più altri due da tenere in sede per la consultazione». Uno strumento «di formazione e informazione», «il più importante nel panorama giornalistico italiano», sul quale il Cav di Roma ha deciso di puntare per saper affrontare con maggiore competenza l’impegno a favore della vita. «In 10 anni – racconta Gibertini – abbiamo aiutato a nascere, strappandoli dall’aborto, 226 bambini e abbiamo assistito 386 madri». Donne tra i 32 e 35 anni, italiane e straniere, che spesso scelgono l’aborto perché prive di mezzi. «Con l’abbassarsi della soglia di povertà – prosegue Gibertini – riscontriamo giovani coppie italiane che hanno appena 50 euro per arrivare a fine mese». Spesso è in agguato pure «il grande bisogno di ascolto. Purtroppo, la solitudine e la cultura del relativismo li fanno piombare in queste situazioni di disagio. Noi li aiutiamo a tirare fuori quel senso di accoglienza alla vita che è dentro di noi» . L’aiuto che offrono i volontari del Cav, sottolinea Gibertini, «basta per far scattare quella molla di orgoglio che li porta a decidere di far nascere i propri figli. E poi, dopo la nascita, li seguiamo. Cerchiamo di aiutarli a trovare un lavoro, una sistemazione» .
