È la pellicola che ha polverizzato il record di nomination agli Oscar. A prescindere dai verdetti finali e dalla qualità del film di Chazelle, questa colonna sonora ci riporta ai fasti dell’Hollywood che fu e dei grandi musical di Broadway.
La soundtrack è composta da quindici frammenti oscillanti tra lo swing più sfavillante e il sophisticated pop. Fra i cantanti ci sono John Legend (anche se in questo contesto c’entra pochino), Emma Stone e Ryan Gosling, e il crooner Justin Hurwitz che fa la parte del leone e firma l’intera sountrack. Ciascuno fa bene il suo lavoro, così come – anzi, più ancora – gli arrangiatori che hanno realizzato un prodotto di gran classe e dall’impatto volutamente retrò, e tuttavia fresco, moderno, e ammaliante. Un prodotto al pari del film di pura evasione (nel senso migliore del termine), come a dire che offre un piacevolissimo strumento per dribblare le angosce del presente alleggerendo il cuore con la levità di tutti i sogni.
Tra canzoncine intriganti ed episodi più soffusi, aromi jazz e lussureggianti parentesi orchestrali, il tutto scorre piacevole e garbato verso l’epilogo, e funziona anche a prescindere dalle scene per le quali queste canzoni sono state concepite.
Trequarti d’ora nel segno del romanticismo più colorato e frizzante: quello giust’appunto che ha reso grande lo show-business a stelle e strisce del Novecento.
(Franz Coriasco)