UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

AA.VV: “Let the rhythm lead” (Warner Music)

“Haiti Song Summit, volume 1”, recita il sottotitolo. E in effetti proprio di questo si tratta...
28 Marzo 2020

“Haiti Song Summit, volume 1”, recita il sottotitolo. E in effetti proprio di questo si tratta: un progetto guidato da quel vecchio idealista (e umanista) di Jackson Browne, che a riunito sull’isola caraibica un bel po’ d’amici e colleghi internazionali e artisti locali.

Canzoni nel segno della solidarietà e della fraternità multietnica, per ribadire una volta di più la necessità d’uscire dalle convenzioni di un music-business che la pandemia in corso sta rendendo sempre più risibili e anacronistiche.

Promosso dall’associazione internazionale “Artists for Peace and Justice”, l’album incrocia le atmosfere delle tipiche ballads acustiche del country-folk a stelle e strisce ai ritmi e ai colori della tradizione locale.

Jackson, che ha appena dichiarato d’essere risultato positivo al coronavirus e ha appena pubblicato A little too soon to say che dovrebbe preludere a un suo nuovo album solista; è chiaramente il perno del progetto, anche se qui è presente solo con la tenera Love is love che farà emergere in molti le nostalgia per il i suoi anni belli; ma il disco offre anche altri gioiellini: come la collettiva Lepé, Lanmou che apre l’album, la reggaeggiante Surrender del cantautore locale Paul Beaubrun, Goddess at the wheel del lanciatissimo Jonathan Wilson, e Saving Grace di Jonathan Russell.

Una manciata di canzoni cantate in diversi idiomi, calde ed avvolgenti nei suoni, nei contenuti e nei sottintesi, e tanto più balsamiche e taumaturgiche in questi giorni tempestosi.

 

Franz Coriasco