UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

ALANIS MORISSETTE: “Havoc and bright lights” (Sony Music)

La rockeuse canadese è tornata. Sono già passati vent’anni dal suo debutto, eppure è ancora un punto di riferimento importante per il rock contemporaneo.
4 Settembre 2012
La rockeuse canadese è tornata. Sono già passati vent’anni dal suo debutto, eppure è ancora un punto di riferimento importante per il rock contemporaneo. Il tempo ha però lasciato il segno, e lo dimostra bene questo suo nuovissimo album di studio. Si respira tra i solchi una maturità evidente, che se da un lato non rinnega l’energia e la vocalità straripante dei suoi primi lavori (in primis quel Jagged little pill, che nel ’95 la consacrò rockstar planetaria), dall’altra offre parentesi vellutate e sognanti.
Anche per quel che concerne i testi l’album certifica un nuovo modo di porsi di fronte alla vita: il matrimonio e la maternità e tutto quel che ne consegue trovano spazio tra le rime, a cominciare dal singolo dedicato al figlio. Ma c’è spazio anche per introspezioni, scampoli d’idealismo a sfondo sociologico, e perfino per qualche richiamo spiritualista. Insomma, la giovane ribelle degli esordi ha ceduto spazio a una donna vogliosa d’esprimere tutte le sfaccettature e le profondità di un’anima ancora alla ricerca di un senso profondo del vivere e del suo rapporto con gli altri.
Nel complesso un disco alquanto gradevole, concepito per il mercato di massa, ma senza mai genuflettervi espressività ed autenticità.
(Franz Coriasco)