UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

ALBERTO URSO:  “Solo” (Universal)

Un prodotto più che godibile per tutti gli amanti del genere, quasi insopportabile per tutti gli altri.
10 Giugno 2019

Eccolo, il tenorino belloccio di Amici salito fino ai vertici delle classifiche con questo esordio confezionato a immagine e somiglianza dei suoi fan e dei loro gusti: una manciata di ballatone supermelodiche, spesso condite da troppa saccarina, ma dove qua e là sbuca qualche ritmica un po’ più andante, giusto per togliergli il gusto di stantio che spesso emana da dischi siffatti.

Il curriculum e lo stile di questo ventunenne messinese assomigliano molto a quelli del trio de Il Volo e del rivale Lorenzo Licitra, vincitore dell’X Factor 2017; un passato di studi al conservatorio ne prova le solide basi, ma al di là di ciò, il successo di un album del genere conferma che evidentemente il belcanto poppizzato è ancora una delle espressioni più autentiche e potenzialmente esportabili del “made in Italy”, per quanto anacronistiche queste canzoni possano apparire a chi in Italia ci vive immerso nelle inquietudini del presente. Se non altro il prodotto è formalmente ineccepibile; del resto basterebbe la produzione affidata a un vecchio maestro come Celso Valli a garantirlo.

Nell’album, chiuso da un paio classici rivisitati con enfasi come Guarda che luna di Buscaglione (duettata con Arisa) e la ramazzottiana Adesso tu, nove inediti ad ugola spiegata che non sfigurerebbero nel repertorio di un Bocelli più giovanilista. Un prodotto più che godibile per tutti gli amanti del genere, quasi insopportabile per tutti gli altri.

 

 

Franz Coriasco