Ventisette album spalmati in quasi cinquant’anni anni di carriera. Il nuovissimo Tortuga l’ha restituito ai mercati (e dal prossimo settembre anche alle scene concertistiche) in buona forma e sempre uguale a se stesso: la voce è ancora una delle migliori del pop nostrano, le canzoni inzuppate di sentimenti e nostalgie, storie d’amore più o meno dolorose, il sound sempre gradevole ed educato.
L’abbiamo aspettato quattro anni questo nuovo album d’inediti, e ciò va a suo merito: è infatti un disco concepito e realizzato con calma, badando più a rispettare il proprio sentire che i desiderata dei mercati. Allo zoccolo duro dei fans piacerà, ma forse farà storcere il naso a chi s’attendeva dalle nuove canzoni qualcosa di più consistente e nuovo.
Qualche riverbero electro-dance ed etno non basta a scrostare quella patina di dejà vu e prevedibilità che ne smorza la lucentezza, e tuttavia questi nove brani mostrano solidità e dignità bastanti a giustificarli.
Franz Coriasco