UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

ARIANA GRANDE: “Sweetener” (Republic)

Il quarto album della diva statunitense s’è arrampicato in fretta nei piani alti della classifiche di mezzo mondo, Italia compresa.
3 Settembre 2018

Il quarto album della diva statunitense s’è arrampicato in fretta nei piani alti della classifiche di mezzo mondo, Italia compresa.

Quindici tracce nel solco del più puro pop da supermercato, confezionate grazie all’ingegno di un monipolo di produttori di gran nome, primo fra tutti quel maghetto delle sale d’incisione che corrisponde al nome di Pharrell Williams.

Preceduto dal singolo No tears left to cry uscito in primavera, il nuovo lavoro può esser letto in due modi: la conferma quasi scontata di una popstar giunta ormai alla piena maturità, o un lavoro un po’ troppo routinario per aggiungere ulteriore a un curriculum comunque già straordinario.

Le nuove canzone sono ovviamente costruite con sapienza e furbizia, piacciono le atmosfere e gli andamenti, le rifiniture e l’impatto, ma alla fine ti lasciano addosso un sapore di già sentito che è del resto il problema tipico di questi prodotti costruiti per le masse.

Ariana Grande originaria di Boca Raton, Florida (ma con un po’ di sangue italiano nelle vene per le lontane origini siciliane e abruzzesi del suo dna), ha da poco compiuto venticinque anni e ha un luminoso futuro davanti a sé. Ma in questo mondo cavalcare l’onda del momento è ben più facile che restare sulla cresta quando a questa tocca far posto alla seguente. Arianna e il suo entourage lo sanno benissimo, così come sanno che a questo disco è probabilmente solo un passaggio di consolidamento. Da qui la prevedibilità fin eccessiva di molti brani, ma anche la consapevolezza d’esser ancora a pieno diritto nel club privilegiato delle regine del pop odierno.

Franz Coriasco