UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

BENJAMIN CLEMENTINE: “At least for now” (Behind Records /Barclay)

Queste canzoni sono tra le più belle sorprese di questa stagione discografica...
23 Marzo 2015

Arriva da Crystal Palace, popoloso sobborgo della periferia londinese. Ma artisticamente è sbocciato nella Parigi multietnica delle banlieue, facendosi le ossa suonando per strada, poi in piccoli locali, infine mettendosi in evidenza in alcuni festival.
            Fin dal primo ascolto di questo suo debutto ci si rende conto d’aver a che fare con un talento di quelli rari. In primis perché il bizzarro Benjamin sfugge sapientemente alle etichette e dimostra un carisma notevole e personalissimo. Le sue canzoni hanno il minimalismo degli esistenzialisti e la modernità ruspante degli hip-hopper, attingono tanto alla poesia alta quanto alla musica classica (il suo pianismo richiama Debussy e Satie), ma al contempo ha dentro molte delle inquietudini dell’oggi. A tratti ricorda l’angelicità dei registri di un Antony Hegarty, altrove i toni crepuscolari di un Leonard Cohen nero. Tutto questo per dire che queste canzoni sono tra le più belle sorprese di questa stagione discografica, e il giovanotto una delle realtà più promettenti della nuova canzone d’autore europea.
 
Franz Coriasco