UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

BRUCE SPRINGSTEEN: “Wrecking Ball” (Sony Music)

The Boss is back. Ed è un ritorno vibrante, certamente all’altezza delle sempre altissime aspettative che accompagnano ogni nuova uscita del più carismatico cantautore americano di questi ultimi trentacinque anni.Fin dalle prime note appare chiaro che il nuovo Bruce torna all’impatto passionale e ruggente dei suoi primi album.
13 Marzo 2012
 
The Boss is back. Ed è un ritorno vibrante, certamente all’altezza delle sempre altissime aspettative che accompagnano ogni nuova uscita del più carismatico cantautore americano di questi ultimi trentacinque anni.
Fin dalle prime note appare chiaro che il nuovo Bruce torna all’impatto passionale e ruggente dei suoi primi album. Rhythmn’blues urbano trascinante, epico e sudato come quello che trasudava da capolavori come Born to run e Darkness on the edge of town, a vestire undici nuove canzoni che tuttavia suonano ben più di un mero ritorno al passato. Perché quando Springsteen torna, ha sempre qualcosa da dire e cantare al presente.
Wrecking ball è un album arrabbiato ed elegiaco, forse il più “sociologico” di sempre; e certi testi suonano come l’epitaffio finale di quell’american dream che lui meglio di qualunque altro ha saputo celebrare e stigmatizzare insieme. Eppure non si può non cogliere sotto la cupezza e la disillusione di molte liriche qualche barlume di speranza: quella mai doma di tante piccole umanità che provano a rialzarsi dal fango nel quale sono – o le hanno – precipitate.
C’è da aggiungere che al solito occorrerà del tempo per metabolizzare completamente queste nuove hard-folk ballads, ma l’impressione è che molte di esse sembrano destinate fin d’ora a diventare dei classici.
(Franz Coriasco)