Ripley

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Arte, Avidità, Denaro, Famiglia, Giallo - Triller, Giustizia, Letteratura, Male, Morte, Politica-Società, Psicologia, Violenza
Genere
Drammatico, Noir, Psicologico, Thriller
Regia
Steven Zaillian
Durata
Stagione 1, episodi 8, durata circa 60'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Italia, Stati Uniti
Titolo Originale
Ripley
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Dal romanzo “Il talento di Mr. Ripley” (1955) di Patricia Highsmith, la sceneggiatura è firmata da Steven Zaillian.
Fotografia
Robert Elswit
Musiche
Jeff Russo
Montaggio
Joshua Raymond Lee, David O. Rogers, Adriaan van Zyl
Produzione
Kevin Fogarty, Andrew Scott, Enzo Sisti, Peter Thorell, Steven Zaillian. Casa di produzione: Dive, Endemol Shine North America, Entertainment 360, Filmrights, Showtime Networks

La serie è disponibile in esclusiva sulla piattaforma Netflix

Interpreti e ruoli

Andrew Scott (Tom Ripley), Johnny Flynn (Dickie Greenleaf), Dakota Fanning (Marge Sherwood), Maurizio Lombardi . (Ispettore Pietro Ravini), Eliot Sumner (Freddie Miles), Margherita Buy (Signora Buffi), Kenneth Lonergan (Herbert Greenleaf)

Soggetto

New York, inizio anni 1960, Tom Ripley vive di furbizie e sotterfugi. Un giorno viene contattato dalla facoltosa famiglia Greenleaf perché si rechi in Italia sulle tracce del loro figlio Dickie, che non ne nuove sapere di tornare negli Stati Uniti per seguire gli affari di famiglia. Tom Ripley arriva a Napoli e poi dritto in Costiera, dove orchestra un incontro casuale con Dickie e la sua fidanzata Marge. Dalla complicità iniziale tra i due, si passa rapidamente a un certo sospetto da parte del giovane benestante; questo spingerà Tom a decisioni irreparabili…

Valutazione Pastorale

Nel 1955 la scrittrice statunitense Patricia Highsmith ha dato alle stampe “Il talento di Mr. Ripley”, primo capitolo di un fortunato ciclo di gialli dedicato a Tom Ripley, enigmatico e dolente truffatore che vive assorbendo identità altrui, pronto a spingersi anche nei territori del male pur di salvarsi. Tra i vari adattamenti si ricorda l’elegante versione da Oscar firmata nel 1999 da Anthony Minghella con Matt Damon e Jude Law. A distanza di venticinque anni Netflix ne propone una nuova versione nella formula della miniserie: è “Ripley” del geniale Steven Zaillian, veterano della sceneggiatura – Oscar per il copione di “Schindler’s List” (1993), autore anche di “Gangs of New York” (2002) e “Moneyball” (2011) – che qui firma anche la regia. Ottima la composizione del cast: Andrew Scott, Johnny Flynn, Dakota Fanning, Maurizio Lombardi, Margherita Buy e John Malkovich. La storia. New York, inizio anni 1960, Tom Ripley vive di furbizie e sotterfugi. Un giorno viene contattato dalla facoltosa famiglia Greenleaf perché si rechi in Italia sulle tracce del loro figlio Dickie, che non ne nuove sapere di tornare negli Stati Uniti per seguire gli affari di famiglia. Tom Ripley arriva a Napoli e poi dritto in Costiera, dove orchestra un incontro casuale con Dickie e la sua fidanzata Marge. Dalla complicità iniziale tra i due, si passa rapidamente a un certo sospetto da parte del giovane benestante; questo spingerà Tom a decisioni irreparabili… Punto di forza della serie “Ripley” sono proprio la regia e la scrittura di Steven Zaillian, quel suo stile così intenso, asciutto e magnetico che aggancia lo spettatore con un racconto dall’andamento feroce e drammatico, confezionato però con estrema eleganza. Ammantato da un sontuoso bianco e nero, Zaillian mette in campo un viaggio fisico e interiore del protagonista: la scoperta della bellezza paesaggistica e artistica in Italia accostata però a una discesa dell’animo nel male, un avvitarsi nella vertigine della perdizione e scarnificazione di sé. Tom Ripley è un esteta, vive il suo viaggio in Italia in cerca del bello, e per ottenerlo non esita a truffare, uccidere e camuffarsi. Non ha paura di perdersi (moralmente), perché si sente già sconfitto in partenza. Tematicamente insidioso e sfidante, “Ripley” conquista però per la sua modalità di racconto, per quel raffinato stile visivo, in sottrazione, che validi interpreti esaltano al meglio. Su tutti brilla un magnifico Andrew Scott, abile nel rendere il tormento interiore, sottopelle, del protagonista e al tempo stesso una lucida calma, feroce, con cui governa le sue azioni spregiudicate. Serie complessa, problematica, per dibattiti.

Utilizzazione

Per i temi in campo, la serie si rivolge a un pubblico adulto.

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