UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

CLAUDIO BAGLIONI: “In questa storia che è la mia” (Sony Music)

Un Baglioni più baglionesco che mai.
7 Dicembre 2020

Il divino Claudio torna sui mercati dopo una lunga astinenza. E lo fa in grande stile con un album “concept”, dove cioè le canzoni sono guidate da un unico filo conduttore, in questo caso l’amore in tutte le sue infinite nuance e intrecci con la vita di questo stagionato eroe del cantautorato pop.
Un album pieno di parole – fin dal titolo – dove il Nostro offre un’ouverture, quattordici brani, quattro interludi per piano e voce, 14 brani, e un finale: un’operina di pop cantautorale segnata dal Covid e dagli effetti collaterali che ha scatenato sullo show-business oltreché sull’intimo degli artisti più sensibili. Un riservato come lui l’ha patito meno in superficie, ma la sensibilità dell’artista l’ha segnato nel profondo: “Spero che la pandemia sia un’occasione per farci rivedere a che punto siamo e che cosa vogliamo fare”, ha aggiunto alla presentazione dell’album.
A sette anni dall’album precedente In questa storia che è la mia, Baglioni ritrova certe atmosfere e tematiche tipiche degli Anni Settanta, il decennio della sua consacrazione, avvolgendo il tutto con un’aura nostalgica e d’autoanalisi retrospettiva sulla sua vita. “Volevo lasciare il segno”, ha ammesso indicando la molla che lo ha spinto a lanciarsi da ragazzo nel turbinoso music-business. Poi aggiunge: “Il papà di questo disco è Oltre, la mamma Strada facendo. Tutti i suoni sono prodotti dai polpastrelli e dal talento di musicisti, il digitale è intervenuto solo per suggerire ambienti e spazi”. In sintesi? Un Baglioni più baglionesco che mai.