Emma Marrone è, senza dubbio alcuno, tra i fiori all'occhiello del pop nostrano di questi ultimi tempi. E la pubblicazione di questo suo terzo album sembra fatta apposta per ribadirlo: una produzione di classe, autori di vaglia, un adeguato battage pubblicitario a sostenerne l'appeal.
Il disco naviga con furbizia e indiscutibile mestiere tra il pop internazional-popolare à la Pausini, e un grinta rockeggiante chiaramente imparentabile con quelle più stagionate e gloriose di Gianna Nannini e di Irene Grandi.
Ovvio che finisse in testa alle (comunque magrissime) classifiche di vendita. Prevedibile l'incremento di popolarità che ne è derivato e dunque le coccole quasi plebiscitarie di un ambiente che di personaggi del genere sembrerebbe averne ancor più bisogno del solito.
Detto questo, di tutt'altra pasta sono, i capolavori... (Franz Coriasco)