Se il 2017 è stato un anno di flessione per il cantautorato al femminile – in Italia come nel resto del mondo - quello appena iniziato sembrerebbe segnare un’inversione di tendenza nel segno di un deciso rilancio. Il live di Giorgia e questo ritorno della cantautrice veneta sembrerebbero confermarlo.
Duemilaseicentoquaranta sono i metri di altitudine della capitale colombiana, Bogotà, dove in realtà è nata questa bassanese oggi ventitreenne. Il perché di questo titolo lo spiega lei stessa nell’incipit dell’album: “Là girava questo slogan: duemilaseicento metri più vicina alle stelle. E mia madre mi prendeva sempre in giro dicendomi che per questo avevo sempre la testa fra le nuvole”.
A dirla tutta però questo album – che suona mezza via quello di una Lorde nostrana e la prima Elisa - dimostra quanto la fanciulla abbia anche i piedi ben piantati per terra, perché queste nuove canzoni sono germogliate sui solchi profondi di una quotidianità letta con intelligenza e senso poetico, anche quando il reale non coincide coi propri sogni.
Un gran bel disco, dall’impatto “indie” anche se pubblicato per una mayor, con presenze di firme emergenti come Calcutta e Cosmo. Francesca viaggia attraverso il grande mondo - non solo l’America Latina, ma anche le Asturie e Marrakech, i tropici e le Galapagos - per dire a se stessa e al suo sempre più vasto pubblico che è cresciuta, e che vuol continuare a farlo.
(Franz Coriasco)