UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

FRANCESCO GUCCINI: “L'ultima Thule” (Emi)

Otto nuove canzoni: una per ogni anno di silenzio che separa questo album dal precedente. Un ritorno attesissimo che tuttavia coincide con un addio.
10 Dicembre 2012
Otto nuove canzoni: una per ogni anno di silenzio che separa questo album dal precedente. Un ritorno attesissimo che tuttavia coincide con un addio. Ma se L’ultima Thule viene consegnato alla storia - sua e della nostra canzone - come l’ultimo album del vate di Pavana, allora appare fin troppo ovvio che queste nuove esercitazioni poetiche rispettino il sempiterno format gucciniano del “sempre diverso e sempre uguale”.
Più uguali che diverse a dirla tutta, perché assomigliano fin troppo a tante altre uscite dalla sua penna. E probabilmente è stata proprio questa constatazione a consigliare al Nostro il ritiro dalle scene, scegliendo di circoscrivere d’ora in poi alla sola narrativa la propria creatività. Una scelta serena e ponderata come quella di Fossati, cui tocca dargli merito soprattutto per l’onestà intellettuale che l’ha suggerita.
Quanto alle nuove canzoni c’è da dire che grondano malinconia da ogni solco, anche quando – come per esempio ne Il testamento di un pagliaccio – sparge rime al vetriolo sulle derive del presente: con quell’elementare susseguirsi d’accordi (che poi gli arrangiamenti rendono più sostanziosi ed eleganti), con quel lussureggiante, sapiente, intersecarsi di parole fascinose e spesso desuete.
Un finale acconcio al più colto dei nostri artigiani della canzone.
(Franz Coriasco)